Politica
Verdini? Silenzio assordante di Forza Italia. E' il 'Nazareno bonsai'

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
In questo caso l'utilizzo di un ossimoro è assolutamente appropriato: quello di Forza Italia sull'uscita di Verdini & C. dal partito è un silenzio assordante. In passato, nel caso di Fini, Alfano ma anche Fitto, molti big azzurri hanno attaccato i transfughi definendoli quantomeno "traditori". Stavolta niente. Nemmeno uno straccio di agenzia. E Silvio Berlusconi? Figuriamoci, aveva ben altro a cui pensare, per la precisione la definizione dell'accordo sul Milan con Mr Bee. Ma, ovviamente, il silenzio di Forza Italia sulla nascita di "Ala", l'ennesima stampella di Renzi uscita dal Pdl, non è affatto casuale. Gli esponenti azzurri non attaccano Verdini semplicemente perché l'uscita del padre del Patto del Nazareno è concordata con Arcore e con lo stesso ex Cavaliere, come ha ben spiegato ad Affaritaliani.it il fittiano Maurizio Bianconi. Berlusconi, spinto dai vertici di Mediaset-Fininvest e dai figli, non vuole assolutamente una crisi di governo. E tantomeno vuole tornare alle urne. Ufficialmente l'ex premier dialoga con Salvini e attacca su Europa e immigrazione, altrimenti Forza Italia nei sondaggi finisce al 5%, ma di fatto gli sta bene che Renzi vada avanti anche fino al 2018. Berlusconi preferisce flirtare di nascosto con il presidente del Consiglio che fare il vice di Salvini all'opposizione. Anche perché con la nomina dei vertici Rai con la Legge Gasparri spera di potersi sedere al tavolo e decidere anche lui qualche nomina. Ed ecco che si materializza una sorta di "Nazareno bonsai", un mini Patto del Nazareno che non è più tra Renzi e Berlusconi direttamente ma che vede una fetta, piccola ma sufficiente a Palazzo Madama, di ex Pdl ed ex Forza Italia pronta a sostenere governo e maggioranza (a partire dalle riforme costituzionali, non a casa Verdini ha detto che "il ddl Boschi va approvato così com'è) e i berlusconiani doc che formalmente sono all'opposizione ma che accompagnano dietro le quinte la creazione della nuova "Ala renziana". Tutto si tiene. Il premier si mette al riparo da eventuali defezioni dei senatori della minoranza dem e l'ex Cav ufficialmente è all'opposizione ma indirettamente aiuta il leader del Pd ad andare avanti sperando così di ottenere qualche contropartita (Rai in testa).