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Politica
Bonelli: "Siamo in guerra. Subito il Price-Cap all'energia o l'Italia salta"
Angelo Bonelli 

Bonelli replica a Clò: "Non abbiamo fatto noi la politica energetica di questo Paese"

 

Gli articoli di affaritaliani.it fanno sempre discutere e non fa certo eccezione l'intervista nella quale l'ex ministro Alberto Clò parla senza mezze misure dell'attuale crisi energetica, attribuendone le responsabilità all'estabilishment ed anche alla "sinistra miope".

Leggi l'intervista di Affari a Clò: L'Italia è rimasta senza energia. I colpevoli: UE, sinistra miope e Draghi

Il suo punto di vista ha suscitato molte reazioni, tra cui quello di Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, che respinge al mittente le critiche dell'ex ministro: "Questa accusa alla sinistra di aver bloccato tutto è un falso storico. La strategia energetica di questo Paese non l'abbiamo fatta noi. Anzi, l'Italia ha avuto un grave deficit: l’assenza di un piano energetico, che ha lasciato mano libera all’Eni. Le ragioni di questa dipendenza costruita negli anni nel rapporto con la Russia ce la spieghino loro! Oggettivamente, non può essere data la responsabilità di quanto sta avvenendo oggi a chi da anni metteva in guardia il mondo politico-economico sui rischi di legarsi mani e piedi alle fonti fossili". 

Cos'altro non l'ha convinta nelle parole di Clò?

"Mi lascia davvero interdetto che non usi mai l’espressione 'crisi climatica'. Mai. E’ come se il disastro che stiamo vivendo fosse stato rimosso. I problemi vanno affrontati: questa crisi climatica ci sta causando dei costi sociali elevatissimi. Siamo di fronte a una desertificazione che sottrae territorio all’agricoltura anche nel nostro Paese, riducendo la produzione di cibo, alla siccità, allo smog nelle città e a tutte le altre questioni connesse. La comunità scientifica internazionale nella sua complessità dice chiaramente che la responsabilità è delle fonti fossili, quindi pensare di continuare con un modello che sta mettendo in ginocchio il Paese è da irresponsabili". 

Clò cita direttamente Emiliano ed Errani, criticandoli. Che cosa ne pensa?

"Io mi assumo la responsabilità di quello che i Verdi dicono da decenni e sottolineo che, purtroppo, la storia ci ha dato ragione. Ci etichettavano come quelli che dicevano sempre di no. E che portavano pure sfiga… Oggi però gli scienziati, a partire dal Premio Nobel Giorgio Parisi, dicono in coro che bisogna passare a un modello di sviluppo nuovo. Non solo abbiamo la coscienza a posto, ma trovo terrificante che ancora si insista su certi temi. Però voglio fare anche delle proposte, perché sentiamo la responsabilità di indicare una strada per il nostro Paese"

Bene, sentiamole...

"Siccome abbiamo a cuore il futuro del Paese e vogliamo che sia garantita la tenuta del sistema sociale, economico ed industriale, siamo molto preoccupati di quello che accadrà tra pochi mesi: una profonda crisi, forse a livelli inediti nella nostra storia, legata all’aumento delle bollette energetiche. Nel contempo ci sono i bilanci delle società energetiche che registrano extraprofitti da 50 miliardi di euro. Di fronte a questo incredibile arricchimento, abbiamo famiglie disperate e imprese che chiudono. Quindi non c’è dubbio sul fatto che una tassa sugli extraprofitti vada fatta pagare: è il primo passo da compiere. E poi ci vuole la calmierazione dei prezzi, modulandola fino all’esenzione totale per le fasce deboli. E un piano energetico sulle rinnovabili da implementare nel prossimo triennio"

Sul Price Cap per legge c'è chi contesta l'impossibilità di regolare il mercato in questo modo. Lei che cosa ne pensa?

"Beh, Spagna e Portogallo l’hanno fatto. E’ vero che noi siamo più interconnessi di loro, ma è anche vero che da qualche settimana la Spagna addirittura esporta energia in Francia, proprio grazie al basso costo! Pensi come si sta capovolgendo la situazione! Non c’è alternativa: bisogna fare il Price Cap o la calmierazione su famiglie e imprese. E, dirò di più, va fatto ora. Subito"

Da parte di un governo dimissionario?

"Non possiamo aspettare le elezioni e la formazione di un nuovo governo, perché intanto arriva novembre e si finisce con l’accoppare centinaia di migliaia di famiglie e di imprese! Tutte le forze politiche, insieme, dovrebbero chiedere a Draghi (anche se è in carica solo per gli affari correnti) di adottare con urgenza un provvedimento che fissi il tetto al prezzo dell’energia. Le coperture finanziarie ovviamente per noi stanno nella tassazione degli extraprofitti. Non c’è altra soluzione, altrimenti sa cosa succede?"

Ce lo dica lei...

"Una famiglia che nel bimestre febbraio/marzo 2021 pagava circa 80 euro, per un appartamento di 80 metri quadri, nel 2022 ha pagato 280 euro. Lo stesso appartamento a ottobre/novembre arriverà a pagare intorno ai 400 euro. È una situazione drammatica" 

C'è chi non crede alla possibilità del Price-Cap, perché i produttori potrebbero non accettare di vendere energia a prezzi per loro non convenienti Anche all'interno della vostra coalizione paiono esserci idee diverse, con Letta che la ritiene necessaria e Cottarelli che la considera difficilmente fattibile. Proviamo a chiarire la faccenda?

"Attualmente la cosa sta in questi termini. La maggior parte delle società energetiche ha i due terzi delle forniture regolate da contratti pluriennali. È così che fanno extraprofitti, altrimenti andrebbero in rosso anche loro. Tra l’altro, segnalo che i prezzi di acquisto non vengono resi pubblici in quanto considerati 'segreti industriali', questo in pochi lo sanno. Però l’evoluzione dei bilanci parla chiaro: solo un terzo delle forniture sta al prezzo fissato sul mercato di Amsterdam. Il problema quindi non è dei paesi produttori, ma di chi potrebbe considerarlo un sussidio alle fonti fossili. Ma va fatto, non c’è alternativa. Chi pensa che il prezzo lo debba determinare il mercato non ha capito che siamo in un’economia di guerra. E quindi servono provvedimenti straordinari per tutelare le fasce sociali più deboli, ma anche imprese, commercianti e artigiani. Bisogna fare subito questi interventi di urgenza, altrimenti l’Italia chiude, e nel frattempo si deve investire sulle rinnovabili. Ci vuole la volontà politica, quella che Cingolani non ha avuto"

Beh, Cingolani proprio oggi ha detto che sta cercando un lavoro, perché non ha più voglia di fare il ministro. Non credo che le mancherà, sbaglio?

"E io non credo che avrà problemi a trovare un altro lavoro, ma è noto che come ministro gli contestiamo la narrazione che ha dato della transizione ecologica. E' stato il primo a definirla 'un bagno di sangue' e nei fatti è stato ostile alle rinnovabili e alle auto elettriche, nonostante le scelte univoche delle case automobilistiche. In Italia abbiamo l’unico ministro della Transizione che guarda al passato"

Nell'intervista di Clò si parla anche dell'ipotesi di uscire dalla Borsa di Amsterdam, per sottrarsi al gioco al rialzo del prezzo dell'energia. Su questo è d'accordo?

"È un’opzione che andrebbe valutata attentamente. Parliamoci chiaro, oggi il prezzo del gas è tutta una speculazione, che non trova ragione nel costo delle materie prime. Essendo in economia di guerra, non sarebbe impensabile chiudere temporaneamente le Borse, anche per pochi giorni, per evitare speculazioni. Ci sono dei precedenti storici, che andrebbero studiati".
 

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