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Politica
Bruno "Che" Tabacci tra Pisapia ed Errani

Bruno Tabacci è un vero inossidabile della politica, avendo navigato già per ben cinque legislature parlamentari ed ora punta la sesta.

Per fare questo naturalmente ha pagato qualche prezzo all’ideologia, ma intanto -come noto- essa è un residuo maldestro del XX secolo ed ora non serve più.

Inizialmente troviamo Tabacci esordire democristiano come Presidente della Regione Lombardia; è stato deputato con la Dc, con l’Udc di Casini, poi la Rosa Bianca, poi Alleanza per l’Italia di Rutelli, poi presidente del Centro Democratico, movimento sostanzialmente parlamentare le cui vicende di successive fusioni e controfusioni è impresa ardua da seguire.

Nel frattempo è entrato ed uscito diverse volte dal gruppo misto.

Ma la vera folgorazione “a sinistra”, dopo aver militato con il centro - destra e Berlusconi, ce l’ha con il sindaco di Milano Giuliano Pisapia che lo prende in giunta come assessore al Bilancio (2011 -2013) senza dimettersi da Deputato.

Accortasi delle sue peripezie antipodali nel mondo politico sorge a suo ironico sostegno il gruppo “Marxisti per Tabacci”.

In vista delle prossime elezioni politiche conferma la sua conversione agli ideali di Lenin sostenendo Pisapia che, dal canto suo, deve vedersela con i fuoriusciti dal Pd e cioè con l’Mdp.

Nei giorni scorsi Tabacci ha innestato una veemente polemica con l’Mdp (dopo la critica al Def) reo -a suo dire- di aver fatto dimettere il sottosegretario all’ Interno, Filippo Bubbico senza dire nulla a Pisapia e a lui e così allontanando il “Campo progressista” di Pisapia dall’area governativa e questo per un ex Dc fa scattare una specie di riflesso patellare automatico di insofferenza.

Oggi dà una intervista al Corriere della Sera dal titolo “Errani ha sbagliato Giuliano non va usato come fosse un orpello”, questo perché l’ex Presidente della Regione Emilia - Romagna aveva osato dire a Pisapia nell’incontro di Ravenna di qualche giorno fa che doveva essere pacificatorio: “Giuliano tu sei il leader, ma non sei il capo”, frase che ha fatto imbufalire l’ex sindaco di Milano.

Poi nell’intervista Tabacci dà del “radicalizzato” a D’Alema di cui molto si può dire, ma non che abbia comunque una sua storia di coerenza con la sinistra, al contrario di Tabacci.

La campagna elettorale in vista della sesta legislatura è cominciata.

 

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