La7 fa tele-Travaglio. E a Renzi fa paura Cairo al Corriere - Affaritaliani.it

Politica

La7 fa tele-Travaglio. E a Renzi fa paura Cairo al Corriere

Giuseppe Vatinno


La recente offerta di pubblico interesse (ops) lanciata dall'editore  Urbano Cairo ("Cairo Communications") su RCS che controlla il Corriere della Sera ha due risvolti: uno è quello usuale e cioè l'azione di un imprenditore, ("editore puro") che cerca di fare il business più conveniente per lui e l'altro un potente risvolto politico che riguarda gli assetti di potere.

Partiamo dai dati oggettivi sulle quote azionarie:

http://www.rcsmediagroup.it/pagine/investor-relations/azionariato/

Giovanni Agnelli 16.7%, Mediobanca 9.9%, Della Valle 7.3%, Schroeders Plc 5% , Cairo 4.6%, Intesa 4.1% e Rotelli 2.7%.
E' in questo scenario in cui gli Agnelli vendono e Della Valle dice che "vuole comprare e non vendere" che si configura l'azione di Cairo che punta all'acquisizione del 50% + 1 delle azioni di Rcs.
Questo il nudo ed essenziale scenario economico - finanziario.
Ma, come sempre avviene in questi casi, la partita che si gioca è anche e forse soprattutto politica.

Chi controlla il Corriere della Sera, infatti, "controlla" ancora buona parte dell'opinione pubblica italiana che è quella evoluzione della borghesia lombarda da sempre lettrice assidua del quotidiano di via Solferino; un articolo in prima pagina del Corriere può ancora mettere in grande difficoltà o viceversa rafforzare un governo o una acquisizione industriale.

E' dunque con grande preoccupazione che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sta osservando i movimenti di Urbano Cairo, già proprietario dal 2013 di una TV molto seguita, La 7, e del Torino Calcio dal 2005 più altre testate giornalistiche minori.
Cairo ha iniziato a lavorare in Fininvest e quindi ha una vicinanza storica con Berlusconi

Parimenti Renzi sente odore di accerchiamento dovuto alle prese di posizione dei magistrati tramite Piercamillo Davigo, uno dei leader di Mani Pulite, da poco eletto alla guida della Anm; il ragionamento che fa Renzi è che ci sia un "piano" per fare cadere il suo governo e che Davigo e Cairo potrebbero essere i due consoli apripista della manovra insieme alle procure e al M5S.

Ed infatti, oggi nel salotto Rai dell'Annunziata è comparso prontamente il vicepresidente del Csm Giovanni Lignini  a bacchettare ulteriormente Davigo.
Forse si tratta di fantapolitica ma come diceva Andreotti a pensar male si fa peccato ma ci si prende quasi sempre.
In effetti le posizioni de La 7 sono state spesso ostili al Presidente del Consiglio e su una linea d'azione praticamente coincidente con quella de Il Fatto Quotidiano di Travaglio, ormai presenza costante, insieme a Gomez, Padellaro, Scanzi  nei programmi televisivi di Gruber, Paragone, Formigli e Flores.

Occorre prendere atto che già esiste un asse saldato e consolidato Travaglio - Cairo che ha dietro appunto Il Fatto e La 7 e se su questo scenario compare l'acquisizione della Rcs con Il Corriere della Sera il quadro per Renzi si fa minaccioso.
Parimenti, occorre tenere conto che la dismissione degli Agnelli della Stampa acquisita dal gruppo Repubblica - L'Espresso non poteva aver contraccolpi editoriali su un altro polo informativo mentre la berlusconiana  Mondadori acquisisce Rcs libri.

Dal punto di vista invece puramente dell'informazione tale operazione non può che fare bene ad una editoria ingessata da decenni sui cosiddetti "poteri forti" che di fatto agiscono costantemente proprio tramite l'editoria; un fatto recentissimo riguarda il caso del referendum sulle trivelle in cui quasi tutta la stampa e le Tv si sono schierate pro governo, tranne Il Fatto e La 7 e poche altre eccezioni.
La manovra di Cairo è quindi da considerarsi positiva almeno per il fatto che è emerso finalmente qualcuno che almeno un piano ce l'ha in una editoria in cui si naviga da anni a vista.

Occorre capire, se l'operazione Corriere andasse in porto, chi sarebbe il direttore: Travaglio non viene considerato troppo equilibrato (anzi,su questo c'ha costruito la sua carriera) per una corazzata di tale portata; allora la domanda è: "chi metterebbe Cairo alla guida del Corrierone"?
E che assetto prenderebbe La 7 e Mentana  potrebbe coronare finalmente il suo sogno di andare alla Gazzetta dello Sport liberando completamente l'azione di Tele - Travaglio?

Cairo al Corriere potrebbe essere anche l'occasione, insieme ad un direttore innovativo di mettere su una squadra competente ed autorevole che rinnovi un po' di vecchia e paludata polvere ormai istituzionalizzata negli anni.
E' ovvio che con questi ragionamenti Matteo Renzi e il "portavoce" giornalista Filippo Sensi si stanno guardando ben intorno per evitare che la cosa vada in porto.