Politica
Berlusconi? Il solito pescatore Mangiafoco
Con Massimo Corsaro, come me aderente della componente alla Camera dei Conservatori e Riformisti, abbiamo ritenuto un obbligo non più rinviabile tentare di cambiar rotta nel rovinoso declino del centro destra italiano, massacrato dagli errori di tutti e dagli egoismi personali ed aziendali, del miglior alleato di Matteo Renzi: Silvio Berlusconi.
Se potremo ritrovare un centro destra convincente - ci siamo detti - e dunque competitivo non sarà se fra le odierne macerie discuteremo di alchimie elettorali, di leadership, di chi sarà il capo di un esercito comunque scombiccherato e perdente.
C'è invece da affrontare una questione di contenuti, di obiettivi, di collocazioni nazionali ed europee.
Noi siamo indisponibili a ripetere un'ammucchiata di voti, seduta su posizioni inconciliabili, su appartenenze europee divergenti, sulla sfiducia verso chi (fra i sedicenti di centro destra) troppo ha aiutato e aiuta l'avversario di sempre.
Ovvio e naturale che i media e i padroni del vapore facciano un tifo sfacciato per la ricomposizione del fritto misto con a capo il solito pescatore Mangiafoco, che ha vinto sì le elezioni, ma ha perduto alla grande la partita del governo e si è dissolto in modo ignominioso. Altrettanto logico che i Conservatori e Riformisti debbano battersi per un centro destra con un programma comune, nei capisaldi, non derogabile nel suo stare dalla parte del campo opposto al Pd, fermo nel privilegiare i programmi e i valori rispetto al facile giochino del toto-leader.
Nella nostra presa di posizione diciamo chiaramente "pur nelle legittime differenze in ordine alle priorità di intervento, nella nostra metà del campo non può mancare una comune visione che veda prevalere la persona sul collettivo, e che muova dalla riscoperta del valore e della difesa ad oltranza di legalità ed ordine nella rappresentanza politica e del prestigio e del decoro delle istituzioni". Dobbiamo essere d'accordo su come e cosa rappresentare, prima di avventurarci in gare da reality. Oggi il centro destra ha un senso e una possibilità di compiere la propria missione se riconosce di aver sostanzialmente fallito tutti gli obiettivi e le riforme promesse e se saprà rimuovere ciò che ha reso possibile quest'insuccesso epocale, la fine rovinosa di una rappresentanza, il risorgere e il trionfo di una sinistra data per morta e sepolta.
Dobbiamo essere d'accordo, diciamo Corsaro ed io, su "uno Stato più snello, meno invadente sulle scelte dei singoli, famiglie, imprese. Uno Stato che faccia in proprio pochissime cose (sicurezza, difesa, rappresentanza internazionale) e che garantisca, in collaborazione con il privato, istruzione, sanità e assistenza". Ma anche uno Stato in grado di meglio negoziare le condizioni di permanenza in questa Europa, oggi così contraria dagli interessi di noi italiani, a partire dalle risposte agli incontrollati flussi migratori. Di uno Stato che si liberi dagli asservimenti ai potentati finanziari e così autorevole da rivedere le norme del Bail In, da ripristinare la separazione fra banche di raccolta e di speculazione e così forte da riacquisire le proprie vastissime riserve auree.
Il coacervo di interessi a volte oscuri non ha permesso in questo ventennio di liberare lo Stato dal groviglio di interessi e procedure a favore soltanto di una burocrazia che purtroppo nei governi Berlusconi ha avuto un autorevolissimo difensore e altri meno appariscenti cointeressati alla sua permanenza. Far fuori tutto. Snellire, semplificare e ridurre l'impiego di pubbliche risorse perdute nei meandri di classi che si auto-conservano e determinano le scelte che dovrebbero appartenere al popolo. Favorire lavoro, impresa, qualità e merito, sono obiettivi di minima per una serie coalizione di centro destra.
Se saremo capaci di trasmettere questa determinazione e essere uniti su questi progetti base, se faremo pulizia degli opportunisti, se trasformeremo la lotta politica in battaglie ideali al servizio di concretissime azioni di sviluppo e crescita, combattere avrà un senso e i Conservatori e Riformisti metteranno a frutto la loro esistenza e il felicissimo incontro coi Conservatori inglesi e quelli degli altri paesi europei. Altrimenti può tornare buono un titolo di un film famoso, 'Tutti a casa'. Ne guadagneremmo in dignità e salute.
Maurizio Bianconi