Il vertice decisivo del Centrodestra sulle candidature alle prossime elezioni comunali di ottobre, dopo il tavolo saltato giovedì per l'ira di Forza Italia contro l'operazione di Toti e Brugnaro Coraggio Italia, dovrebbe tenersi - salvo colpi di scena - subito dopo la Festa della Repubblica (2 giugno) e quindi o giovedì 3 o venerdì 4. Dietro le quinte, mentre gli esponenti di Lega e Fratelli d'Italia continuano a lavorare nelle varie regioni per chiudere gli accordi nelle altre città che andranno al voto (non solo capoluoghi di provincia), fonti di entrambi i partiti rivelano ad Affaritaliani.it che c'è stata una sorta di patto segreto tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
I due leader, qualche settimana fa, hanno deciso che a Torino e Milano l'ultima parola sul candidato sindaco è del segretario del Carroccio, mentre a Roma e a Napoli l'ok finale spetta alla presidente di FdI. Lo dimostrano le due partite già chiuse. Paolo Damilano a Torino è stato indicato originariamente da Riccardo Molinari, che oltre a essere il capogruppo del Carroccio a Montecitorio è anche il numero uno leghista in Piemonte. Subito dopo è arrivato anche l'avallo di Guido Crosetto, potentissimo consigliere (piemontese della provincia di Cuneo) di Meloni, e di Alberto Cirio, presidente forzista della regione. Stesso discorso per Catello Maresca a Napoli, indicato per primo da Meloni in un colloquio telefonico di un mese fa con Salvini. E, solo successivamente, è arrivato l'ok di Lega e Forza Italia.
Seguendo questo schema, al 99% il candidato sindaco di Roma sarà Enrico Michetti, voce di Radio Radio. Classe 1966, è laureato in economia aziendale e svolge l’attività di avvocato e professore universitario di diritto pubblico presso l’Università di Cassino. Fonti ai massimi livelli di FdI confermano ad Affaritaliani.it che "il nome è quello". E non a caso Meloni ha affermato a Stasera Italia su Rete 4 che "il candidato unitario del Centrodestra ci sarà e sarà competitivo. Puntiamo alla società civile, siamo orientati ad allargarci. Il nome di Michetti è arrivato dal basso, con migliaia di firme, ha un curriculum mondiale. Il popolo ha sempre ragione e anche se noi non lo conosciamo, una occhiata va data. Ci siamo presi del tempo per approfondimenti. Ma ci sarà un candidato unitario e competitivo".
L'espressione "ha un curriculum mondiale" scatena l'ironia dei leghisti, infatti un pezzo da novanta del Carroccio confida ad Affaritaliani.it che "questo curriculum mondiale lo vede solo lei". I dubbi dei salviniani romani e laziali non mancano, soprattutto - dicono a microfono spento - per la scarsa notorietà di Michetti tra i cittadini della Capitale (pare solo il 20% secondo un sondaggio interno). Tant'è, anche i leghisti confermano: "L'ultima parola spetta a Meloni e FdI su Roma. E quindi se Giorgia al tavolo dirà Michetti senza subordinate, il nome sarà quello. Punto".
Assolutamente senza chance l'ipotesi dell'azzurro Maurizio Gasparri. Primo perché il candidato non spetta a Forza Italia e secondo perché il primo punto dell'accordo Salvini-Meloni è che nelle cinque grandi città ci saranno civici e candidati espressione della società civile. Fonti di FdI spiegano che l'insistenza di Tajani sul nome di Gasparri serve solo per sventolare una bandiera contro l'operazione Toti-Brugnaro nella speranza di arginare la fuga dal partito di Berlusconi. Su Milano, infatti, fonti di Via Bellerio assicurano che Salvini arriverà al tavolo con un nome forte in grado di competere con Giuseppe Sala, ma che sicuramente non sarà né Maurizio Lupi e nemmeno quello uscito qualche giorno fa di Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia. Resta fuori, al momento Bologna, dove il candidato sarà certamente un civico e dove, sempre in base all'accordo segreto Lega-Fratelli d'Italia, l'ultima parola, l'ok finale, spetta a Salvini.
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