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Politica
Ciarrapico ad Affari: Draghi premier. De Benedetti-Berlusconi? Lo rifarei

"Mia cara che vuole che le dica del Pd o della politica italiana, alla mia età si vorrebbe solo una stabilità di governo e per fare questo io vedo una sola persona come premier, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi". Giuseppe Ciarrapico, classe 1934, sta pranzando in un tavolo appartato del ristorante Pauline Borghese nello stesso albergo romano affacciato sul verde di villa Borghese dove ieri é andata in scena, nell'assemblea piddina, la piēce di una nuova, dolorosa scissione. Lo vado a salutare e gli chiedo un commento per Affaritaliani.it su Matteo Renzi, lui mi accoglie con larghi sorrisi e sposta immediatamente il tema.

Draghi, dunque, dice lasciando a metà un piatto di fusilli integrali al tonno. Curioso che sia proprio "Er Ciarra" Con la sua storia politica tutta a destra - imprenditore, politico ed editore italiano, ex senatore del Popolo della Libertà, gestore delle terme di Fiuggi e, dal 1991 al 1993, presidente della Roma- a tifare per un uomo così radicalmente diverso rispetto alla sua genesi di marca democristiana anzi andreottiana. Siamo tutti d'accordo, presidente, eppure io mi sarei aspettata da lei che invocasse il ritorno sulla scena di Silvio Berlusconi.... "Bisogna fare i conti con la realtà, mica solo con i desideri. Le confesso che ne ho parlato anche con quella squisita persona che é Gianni Letta ma Berlusconi ha chiuso un ciclo, anche per lui non sarebbe agevole rimettersi in gioco in prima persona per fare il premier" . Forse lei sottovaluta le mille vite del Cavaliere che ha già fatto sapere nei giorni scorsi di essere pronto a scendere in campo? " Affatto, glielo assicuro ( e ride divertito, ndr) farà campagna elettorale in modo splendido, il suo popolo lo vuole, lo ama. Ma non riesco a vederlo ancora premier, ruolo per cui, lo ribadisco ancora, immagino invece Draghi".

Cresciuto in Ciociaria, in gioventù Ciarrapico è stato un simpatizzante fascista. Negli anni si avvicinò alla corrente andreottiana della DC, rimanendo contemporaneamente amico di Giulio Andreotti e del segretario missino Giorgio Almirante. Negli anni ottanta divenne presidente delle terme di Fiuggi. Continuò comunque a stampare i manifesti dell'MSI (la voce più cospicua delle spese di quel partito) nella sua azienda tipografica di Cassino. La stessa azienda stampa libri e fascicoli a sfondo revisionista sulla storia, le armi e forze armate del fascismo (ed in particolare della Repubblica Sociale Italiana), acquisendo negli anni '80 le Edizioni del Borghese, con i tipi della Ciarrapico Editore (che non pubblica da anni nuovi titoli), a cui collaboravano dirigenti e intellettuali della destra, tra cui Marcello Veneziani, che fu direttore editoriale, e, negli anni settanta, il giornalista e agente segreto Guido Giannettini.

Nell'ambito della sua vicinanza ai movimenti di destra può essere vista anche la partecipazione nel 2001 al funerale di Massimo Morsello, uno dei fondatori di Forza Nuova. Ma la storia personale di Ciarrapico é ancora tutta da scoprire. Anni fa - motivo per cui si ricordava di me- scrissi un suo ritratto molto intimo per il Corriere della sera dove emergeva una natura spirituale sconosciuta totalmente ai più. È un uomo galante, garbato. Mi prende più volte la mano per accomiatarsi da me, si vede che vuole tornare alla dolcezza di un pranzo in famiglia con una bellissima moglie che -per mia fortuna- appoggia la Nomination di Draghi e argomenta in modo grazioso le sue motivazioni.

"Draghi ē perfetto per palazzo Chigi", annota. Eppure mi pare curioso che nessuno dei due abbia pensato all'eroina della destra contemporanea cioē Giorgia Meloni...Come mai? Antipatia personale? " Per carità" taglia corto Ciarrapico " Giorgia é bravissima ma ē una ragazzina. Sa quanti anni ha? Ne avrà di tempo davanti a se per fare carriera, glielo auguro". All'epoca in cui Ciarrapico era soprannominato il "Re delle acque minerali" essendo proprietario delle grandi terme, gli ricordo, organizzó  il Premio Fiuggi, un tributo internazionale che vide la presenza del presidente sovietico Michail Gorbačëv, al tempo protagonista della perestrojka. Ride ancora, probabilmente compiaciuto anche se ha sempre più fretta di tornare al suo secondo piatto di carne. Tra le sue "operazioni" più note vi fu anche il famoso intervento, sollecitato da Carlo Caracciolo, nella soluzione del Lodo Mondadori, nel quale fece da intermediario tra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti. Quella mediazione -gli faccio notare- ha segnato il corso della storia d'Italia e non solo quella economica. Tornasse indietro rifarebbe davvero tutto? "Rifarei tutto proprio come l'ho fatto allora. Non ho rimorsi, rimpianti, niente" .

Ė un tipo deciso, "Er Ciarra" i suoi 84 anni ce li ha sul passaporto ma non nella vita anche se non cammina sempre sulle sue gambe e si fa aiutare. La grinta del potente -risoluto, netto, agreste- ē intatta. L'impero che aveva era infinito. O almeno sembrava tale. Infatti, in quegli anni facevano parte delle sue società anche l'azienda di acque minerali Recoaro, diverse cliniche romane, di cui la più nota era "Villa Stuart", la compagnia di aerotaxi "Air Capitol", la casa editrice Fratelli Vallardi e la Casina Valadier, noto ristorante di Roma, tutte raccolte sotto la holding capogruppo Italfin '80, successivamente - dopo varie operazioni che lo portarono a fondere la holding con una società quotata la "Terme di Bognanco SpA" - fallita. Nella sua vita stare fermo non era contemplato, almeno fino a qualche anno fa. Alla fine degli anni 80 Ciarrapico portò a termine una delle operazioni per le quali è più ricordato: l'acquisto della AS Roma che si concluse nell'aprile del 1991. Ciarrapico dovette però lasciare la presidenza della squadra nel 1993, a causa della denuncia e dell'arresto per bancarotta fraudolenta. Fu senatore del Partito della libertà nel 2008 rimanendo, a suo modo, un personaggio centrale - nonostante la volontà di defilarsi sul piano mediatico- della vita politica ed economica italiana. Ci sarebbe da stare con lui ore ed ore a parlare di Giulio Andreotti, del loro articolato rapporto, di molti segreti ancora non evidenti nascosti nelle pieghe più sinuose di questo nostro paese che ē sole e porto delle nebbie insieme, alto e basso, giustizia e disequilibrio, veritá o costruzione. Intuisco dal nervosismo progressivo con cui mi stringe la mano che il mio tempo é scaduto. "Solo due battute su Draghi, io non voglio fare interviste" sottolinea.

Tranquillo presidente, questo ē solo il mio un "pezzullo" di colore. "Mi ha fatto piacere rivederla, grazie" . "Anche a me, buon lavoro". Sarà "colore" ma quando c'è di mezzo "Er Ciarra" tutto potrebbe sempre diventare - prima o poi- un titolo di prima pagina. Meditate gente, meditate .

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