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Politica
Renzi è perfino più arrogante di Berlusconi Di Adriana Santacroce

 

È un po' difficile comprendere come un partito, seppur grande e variegato come il Pd, abbia avuto, negli stessi giorni, esponenti di spicco che festeggiano il Jobs Act e altri che lo contestano in piazza. Vedere Fiano al tavolo della Boschi alla Leopolda e, allo stesso tempo, Fassina in piazza con la Camusso faceva venire le vertigini. Va bene avere un partito inclusivo, che comprende gli estremi. Ma sentire il finanziere Serra, per carità non è un esponente del partito ma resta uno dei principali sostenitori di Renzi, dire che il diritto di sciopero andrebbe limitato é un'anomalia non da poco. D'altra parte Renzi lo ha detto chiaro: l'obiettivo é un partito della Nazione che contenga anche istanze diverse. E in fondo non sarebbe neanche una novità. La Democrazia Cristiana così come l'abbiamo conosciuta era un po' tutto questo. Dalle posizioni popolari a quelle liberali, da De Mita ad Andreotti passando per Forlani. Peccato che allora c'era il PCI a fare da opposizione. Peccato che "Quel" partito della Nazione era insidiato dai "comunisti" che, anche se perdevano sempre, offrivano un'altra possibilità agli elettori. Ora le alternative vengono sterilizzate poco alla volta dalla storia e dalla crisi in atto.

Ma anomala é anche l'arroganza di Renzi. Neanche Berlusconi era così. Certo, quando se la prendeva coi comunisti e con le toghe rosse non era il massimo della democrazia ma almeno riconosceva l'esistenza dell'avversario che, oltretutto, gli dava fastidio o lo ostacolava. Qui Renzi passa oltre tutti. La sinistra che va in piazza, quella arcobaleno, é solo "capace di perdere". Chi sciopera e va in pazza, "non crea posti di lavoro" e quindi non lo influenzerà. La Bindi e chi lo critica sono vecchi "reduci" a cui non restituirà il "partito del 25%" e così via. Ora, a parte il fatto che con quel 25% tanto disprezzato lui sta governando, Renzi deve imparare ad avere più rispetto di chi non la pensa sempre come lui. Se fosse stato l'ex cavaliere a dire "ho capito che l'Italia era scalabile" più tutte le altre cose che ha detto, come ha fatto lui ci sarebbero tutta la sinistra e la stampa a protestare. "Attentato alla democrazia" titolerebbero certo giornali.

Non è un partito inclusivo quello che disprezza l'avversario. Con l'obiettivo originario di parlare "agli altri" Renzi ha dimenticato chi erano i suoi. La politica é anche l'arte della mediazione e questo il premier sembra averlo dimenticato. Penso anch'io che le battaglie della Cgil per l'articolo 18 siano di retroguardia e che il posto fisso non esista più e che non rinascerà dopo uno sciopero generale. Ma il vero statista lo deve far capire, e rispettare chi lo contesta, non imporlo con arroganza.

Anche perché il Governo sta promettendo tanto ma, per ora, facendo poco. Anzi, a volte fa il contrario di quello che dice. Pertanto, un po' di umiltà non guasterebbe. Un esempio per spiegare. Tutti ci ricordiamo come in primavera Renzi abbia effettuato il taglio del 10% dell'Irap, finanziandolo con l'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. Bene. Con la manovra appena varata, però, sterilizza quel taglio compensandolo con la deducibilità del costo del lavoro dall'imposta. Perfetto. Peccato che questo valga per il 2015 ma non per il 2014. In altre parole chi nel 2015 pagherà il saldo dell'Irap riferito al 2014, lo farà senza il taglio del 10%, quindi con le vecchie aliquote e senza godere, ancora, del taglio del costo del lavoro. Ora, io non ho mai visto una manovra fiscale che agisca in modo retroattivo annullandone una precedente. La non retroattività delle leggi é un pilastro dello stato di diritto. Ma nessuno dice niente.

Anomalo nella forma, c'è dentro tutto e il contrario di tutto in questo partito, è anomalo nel contenuto, con palesi contraddizioni calpestate dalla voce grossa del segretario che liquida tutti gli 'altri' come gufi. L'unica giustificazione, o qualcosa di simile, é che stiamo vivendo un momento davvero drammatico.

Un amico su Twitter mi chiedeva se potevo aiutarlo a trovare un lavoro. E mi sono resa conto che tutti i settori di cui ho conoscenza, diretta o indiretta, sono in crisi. Dappertutto c'è gente che rischia il posto, in cassa integrazione, o addirittura in mobilità. Se gestire il consenso, che va rispettato per carità, in questo modo anomalo, incoerente e autoritario, servirà a raddrizzare questo povero Paese allora ce ne faremo una ragione. Altrimenti no. Per nulla.

@AdriSantacroce

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