Con “quella faccetta lì”. De Benedetti, bodyshaming anti-Meloni - Affaritaliani.it

Politica

Con “quella faccetta lì”. De Benedetti, bodyshaming anti-Meloni

Di Giuseppe Vatinno

De Benedetti attacca di nuovo Giorgia Meloni. Faccetta…(nera?)

Le nuove sparate dell’Ingegnere

 

L’età c’è, 88 anni mal portati, che lo inducono a eccessive intemperanze pubbliche in una età in cui si sta al giardino a leggere il giornale –se ci si riesce- che nel suo caso è “Domani” e che qualcuno maliziosamente definisce “la Repubblica dei poveri”, un po’ come “La Notizia” qualcuno chiama “Il Fatto del giorno dopo”, ma Totò direbbe che si tratta di quisquilie o pinzillacchere, e cioè punti di vista, opinioni.

Però nella mente dell’Ingegnere c’è un tarlo e cioè quello di (ri)fare per la millesima volta, “la sinistra”.

E per questo che è dai tempi di Matteo Renzi -che non se lo filava di pezza - che De Benedetti le tenta tutte per ricomporre il giocattolino che gli si è sfasciato: e cioè il duo Repubblica – Sinistra, dimenticando che allora c’era un tizio che comunque –nel bene e nel male- si chiamava Eugenio Scalfari.

Adesso il materiale umano è quello che è.

La “Sinistra”, come la chiama lui, “Il Partito democratico”, come lo chiamiamo noi, è esploso in un nugolo di rivoli ininfluenti.

Abbandonati i grandi temi come quello della lotta per il lavoro, il Pd si è trasformato nell’opposto e cioè nel partito delle tartine, dei radical - chic, del “popolo delle ztl”, completamente sganciato dalla realtà effettuale.

Ormai si parla solo di LGBTQ.

Un partito allo sbando che si aggira sul ring come un pugile suonato che non sa più che pesci prendere. L’ultimo pesce, in realtà, una ex sardina, l’aveva preso e si chiama Elly Schlein ma i batostoni elettorali l’hanno ampiamente ridimensionata e più che una alice ora è un impaccio, lei e la sua armocromista da 300 euro l’ora.

Ma De Benedetti a lei ci crede ed è tutto uno scambio di moine tra i due.

Lei non si sottrae certo agli abbracci, i soldi sono soldi, dell’ex patron dell’Olivetti che ha rovinato distruggendo l’informatica italiana che allora era tra le prime al mondo.

Anzi, per la cronaca, la scellerata impresa avvenne con l’aiuto e il supporto di Pierluigi Bersani, allora ministro dell’Industria indovinate di chi? Del Partito democratico naturalmente, di cui l’ingegnere si vantava di avere la “tessera numero 1”.