Schlein premier? Conte alza la posta per dire sì. Pd 'bersaglio' del M5S, Renzi 'out' e due ministeri di peso - Affaritaliani.it

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Schlein premier? Conte alza la posta per dire sì. Pd 'bersaglio' del M5S, Renzi 'out' e due ministeri di peso

AVS chiede la guida della Camera per la moglie di Fratoianni

Di Alberto Maggi

Scontro sulla legge elettorale. Nel mirino (da parte dei loro stessi alleati) Meloni e Schlein


"Schlein presidente del Consiglio? Ma il Pd la vuole davvero?"- E' tagliente la risposta di Giuseppe Conte alla domanda sull'eventuale sostegno del Movimento 5 Stelle alla segretaria del Partito Democratico capo del governo e a Palazzo Chigi. D'altronde l'ex premier 'Giuseppi' sa perfettamente che cosa sta accadendo all'interno dei Dem con la minoranza riformista, moderata e cattolica che non gradisce affatto le posizioni troppo di sinistra di Schlein, come ad esempio il sostegno ai referendum della Cgil dell'8-9 giugno e in particolare a quello che cancella il Jobs Act renziano, e che sogna un ribaltone che porti al Nazareno o l'ex commissario europeo Paolo Gentiloni o l'ex numero uno dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.

Fatto sta che, dietro le quinte, come spiegano fonti del Pd, Conte farà pagare un prezzo altissimo alla leader Dem per il suo sostegno alla premiership. In primo luogo, e il leader 5 Stelle la cita espressamente, la guida della regione Campania alle prossime elezioni quasi certamente con l'ex ministro Sergio Costa, l'unico pentastellato che Vincenzo De Luca potrebbe accettare mentre il vulcanico Governatore uscente stoppato dalla Consulta sul terzo mandato non vuole assolutamente Roberto Fico. Poi il M5S continuerà nella sua battaglia ultra-pacifista sia sul fronte Russia-Ucraina sia sul Medio Oriente accusando espressamente Israele di "genocidio" in modo da mettere in difficoltà Schlein visto che al suo interno ha una parte moderata, guidata da Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa, molto vicina alla Nato e all'Unione europea.

E, non a caso, Conte continuerà anche ad attaccare pesantemente Ursula von der Leyen e il piano di riarmo Ue infilandosi nelle contraddizioni e nelle spaccature dei Dem. Poi, oltre al programma di governo con probabilmente il ripristino del reddito di cittadinanza e il veto a Matteo Renzi come in Liguria, ci saranno le richieste di ministeri di peso. A livello nazionale 'Giuseppi' sa di valere intorno al 12%, sondaggi alla mano, e potrebbe pretendere Interno ed Economia e pure la poltrona di vicepremier per se stesso o per uno dei suoi fedelissimi. Insomma, un prezzo altissimo da pagare per la segretaria del Pd.

Poi c'è il fronte della legge elettorale che spacca i due schieramenti al loro interno. Conte afferma che "Meloni vuole una legge truffa" e il riferimento è all'indicazione sulla scheda elettorale del candidato premier che secondo Alberto Balboni di Fratelli d'Italia, esperto di riforme intervistato da Affaritaliani.it, troverebbe "ampie convergenze". In realtà a essere convinta di questa ipotesi nel Centrosinistra è solo Schlein perché ovviamente avrebbe maggior peso nella contrattazione con gli alleati prima e dopo le elezioni politiche e nella formazione del governo in caso di vittoria.

 A destra Forza Italia non ci sta e ieri ad Affaritaliani.it il vice-segretario Stefano Benigni, che si sta occupando proprio della nuova legge elettorale, ha avvertito gli alleati a "non fare fughe in avanti". Ed è evidente che l'indicazione del candidato a Palazzo Chigi, per forza Meloni, non piace nemmeno alla Lega, anche se Matteo Salvini di legge elettorale non parla. FdI e Pd comunque in Parlamento da soli non hanno i numeri per approvare una legge che farebbe comodo ai due principali partiti italiani e certo non troveranno sponde al centro.

Tornando al Centrosinistra, oltre al M5S, nemmeno Alleanza Verdi Sinistra sarebbe favorevole a consegnarsi senza batter ciglio a Schlein e quindi no all'indicazione del candidato premier sulla scheda. AVS vale un bel 6-7%, certo non poco, e le richieste, anche se meno pesanti e pressanti di quelle di 'Giuseppi', potrebbero essere in particolare la presidenza della Camera per la moglie di Nicola Fratoianni, Elisabetta Piccolotti (una sorta di nuova Laura Boldrini) che qualcuno, specie nel Centrodestra, già ironizza affermando che potrebbe arrivare a Montecitorio a bordo della Tesla dell'odiato (da tutta la sinistra mondiale e anche italiana) Elon Musk.

Battute a parte, il senso delle parole di Conte è che se Schlein vuole davvero fare la premier dovrà abituarsi a essere bersaglio degli affondi ex grillini e scordarsi di fare inciuci con Meloni sulla "legge elettorale truffa". Premier, sempre consigliata molto bene dalla sorella Arianna, che offre le preferenze per convincere le opposizioni. Anche se come ha spiegato ieri su Affaritaliani.it il vice di Carlo Calenda e numero due di Azione Ettore Rosato "non passeranno mai".

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