Coronavirus, Renzi: “Italiani non sono bimbi. Così non va, moriremo di fame"
Renzi molto duro sulle decisioni del governo. "Altri paesi ci mangiano quote di mercato. A me questa cosa fa uscire di testa"
Coronavirus fase 2, Renzi: "Riaprire fabbriche altrimenti si muore di fame"
"Il coronavirus e' letale in tanti casi per l'afflusso eccessivo in terapia intensiva. In alcune regioni non avevamo le terapie intensive, ora abbiamo aumentato, non abbiamo l'emergenza che avevamo un mese e mezzo fa. Allora riapriamo le fabbriche altrimenti moriremo di fame non di coronavirus", ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi, a Tgcom 24. Prevedibile l'insoddisfazione dell'ex premier che da settimane ormai insiste per riaprire le aziende del Paese. "Ieri il presidente del Consiglio ha parlato di tutto ma non di come fare i tamponi e il test sierologico - ha continuato Renzi - per come sono le leggi di oggi, io non posso farci niente perche' non e' un decreto legge che arriva in Parlamento. Questo e' un decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Ha deciso lui, non e' un decreto che io posso cambiare da senatore, perche' se no io farei un bell'emendamento dove c'e' scritto che si esce con la mascherina, si rispetta la distanza ma non mi interessa dove vai e con chi. Ma non posso farlo. In Parlamento lo cambieremmo".
Coronavirus, Renzi si unisce alle molteplici voci critiche: "Gli italiani non sono bambini"
E' solo l'ultima delle voci critiche che si sono abbattute sulle decisioni del governo. Infatti Renzi si aggiunge a tutte quelle delle opposizioni oltre che del Cei. Dura la presa di posizione infatti della Conferenza Episcopale Italiana solo ieri sera, sul divieto della celebrazioni delle messe parlando di 'violazione del diritto di culto'. "La liberta' delle persone non puo' essere messa in discussione - ha insistito Renzi - questo e' il punto fondamentale. Non si possono considerare gli italiani come bambini. Non si puo' mettere in discussione se incontri Tizio o Caio, perche' questo non ti compete, non tocca allo Stato".
"E' un grave problema, ma non possiamo pensare in nome del coronavirus, che oggi non e' piu' forte come un mese fa, di continuare ad avere la situazione che abbiamo mentre gli altri paesi ci mangiano quote di mercato. A me questa cosa fa uscire di testa - ha tuonato ancora l'ex premier - non e' facile per nessuno, pero' sono molto perplesso. E' un mese che chiedo di riaprire. La Spagna riapre, la Germania riapre i negozi, la Francia la prossima settimana riapre le scuole. Noi abbiamo avuto il lockdown piu' duro di tutti e non riapriamo. C'e' qualcosa che non va. Diro' quello che non va al presidente del Consiglio giovedi' prossimo in aula in Senato" ha concluso.
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