Coronavirus, "Vaticano batte Quirinale e Chigi. Sgarbo della Rai a Mattarella"
Coronavirus e comunicazione/ Intervista di Affaritaliani.it a Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della Commissione di Vigilanza Rai
Come valuta il messaggio agli italiani del Presidente Mattarella con tanto di gaffe?
"Il messaggio del Presidente Mattarella è stato eccelso e ha dimostrato il legame stretto tra i sentimenti della popolazione e il Presidente. Come ha sottolineato il Presidente in nessuna disgrazia di questi anni era stato vietato il pianto, le preghiere, il funerale, il condividere il dolore dei propri cari morti. E il fuorionda, che non doveva esserci e non vi è motivo che ci sia stato, dimostra ancor di più la sensibilità, l’eleganza e i valori di normalità del nostro Presidente anche nelle prove riservate".
Ieri c'è stata anche la preghiera di Papa Francesco. Come è stato il Vaticano dal punto di vista comunicativo?
"Non mi permetto di dire la mia su due personalità così eccelse. Dal punto di vista comunicativo-visivo posso dire quello che hanno visto forse anche inconsapevolmente milioni di persone. Mi sembra che si possa dire che si sia visto un vero e proprio confronto comunicativo tra due Stati e che uno, il Vaticano, abbia fatto sistema nel suo insieme, dalla scelta del singolo fiore alle immagini più delicate di dolore del Santo Padre, mentre l’altro, i vari sistemi comunicativi italiani, ha dimostrato di non dialogare al suo interno, addirittura con Rai1 che invece di trasmettere subito il messaggio del Colle, come hanno fatto addirittura alcune reti commerciali, ha preferito mandare in onda il quiz show de "L'Ereditá". Una decisione davvero grave per il servizio pubblico".
Chi ha vinto la sfida in comunicazione tra Italia (Palazzo Chigi/Conte e Quirinale) e Santa Sede sul coronavirus?
"Il risultato finale ha premiato il lavoro del Vaticano (anche se Palazzo Chigi, dopo la diretta Facebook senza nulla da comunicare e condannata da tutti, non è classificabile). Quelle immagini rimarranno per sempre nella storia della comunicazione mondiale. La piazza, il porticato, via della Conciliazione deserte come mai viste, i giochi di luce e ombre su alcune statue ben determinate, il Papa dinnanzi alle gigantesche colonne che prega. A rimarcare l‘eccezionalità del momento, nella piazza deserta, la preghiera davanti il crocifisso miracoloso che salvò Roma dalla peste nel 1522, fatto giungere in Vaticano per l’occasione dalla Chiesa di San Marcello al Corso e la raffigurazione cara al Santo Padre della Madonna Salus Populi Romani protetta da una teca sotto una pioggia battente, che guarda la deserta distesa del Vaticano dove all‘ orizzonte si intravedono solo i bagliori blu della ambulanze. In un’ora con il susseguirsi di immagini uniche che trasmettevano anche al più distratto spettatore l’eccezionalità dell'evento si intravedeva dietro il lavoro del Vaticano un grande lavoro di conoscenze culturali, tecniche, organizzative e comunicative. Tutte cose che non si può dire, anche soffermandosi solo dal punto di vista visivo, aver riscontrato nel sistema italiano. Dal punto di vista visivo non vi è stata una sola immagine che rimarcasse l’eccezionalità dell'evento, se addirittura non vogliamo considerare eccezionale il grave sgarbo organizzativo fatto dalla Rai di non mandare un messaggio di tale importanza sulla rete ammiraglia e di non avere pensato o addirittura imposto che il messaggio fosse diffuso a rete unificate".
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