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Politica
Elezioni, a Napoli Fuorigrotta il derby tra Di Maio e Costa
Sergio Costa e Luigi Di Maio 

In corsa anche Carfagna e la totiana Rossi

 

Per uno di quegli strani scherzi del destino che –come noto- ha il senso dell’ironia, oltre che essere “cinico e baro”, Luigi Di Maio (candidato pure nel proporzionale blindato in Basilicata) sfiderà nel collegio uninominale per la Camera di Napoli - Fuorigrotta l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa (candidato nel proporzionale blindato della Campania).

Per la cronaca in questo collegio gareggeranno anche la ministra Mara Carfagna e l’ex Forza Italia Mariarosaria Rossi (ora “totiana” di “Italia al Centro”).

Ma torniamo a quello che ha tutta l’aria del derby e cioè lo scontro tra il ministro degli Esteri e l’ex ministro ecologico.

Pochi sanno la storia che ha portato Sergio Costa al dicastero di via Cristoforo Colombo.

Costa è generale di brigata deli Carabinieri Forestali.

Nel febbraio 2018, per la prima volta Di Maio fa –da Lucia Annunziata- il nome di Costa come possibile ministro dell’Ambiente. Il primo giugno 2018 Costa giura come ministro dell’Ambiente nel governo giallo – verde Conte 1.

Il 4 settembre 2019 Costa è riconfermato nel governo giallo – rosso Conte 2. Resterà fino al febbraio 2021 quando tornerà alla sua mansione precedente essendo sostituito dal nuovo ministro Roberto Cingolani nel governo arcobaleno di Mario Draghi.

Pochi ricordano i legami di Luigi Di Maio con la Link Campus University dell’ex ministro DC Vincenzo Scotti e il suo discorso programmatico sull’ “atlantismo” del 6 febbraio 2018 ad una platea di diverse barbe finte e dell’allora segretaria generale della Farnesina Elisabetta Belloni, oggi direttrice del Dis.

Fu lì che nacquero alcune candidature di peso tra cui quella Di Maio.

Però il Potere deve piacere molto al generale perché da allora smania per tornare e si mette a brigare.

Sappiamo da alte fonti interne al Movimento che mantiene ottimi rapporti con l’Elevato e Fondatore Beppe Grillo che si coccola con amore e dedizione.

Ed alla fine tanta applicazione ha un premio e cioè Costa viene proposto nel listino proporzionale di Conte che lo ebbe come ministro e poi anche nell’uninominale.

Di quanto (non) ha fatto da Ministro ci siamo già occupati in passato.

Per chi vuole una sinossi riassuntiva è stato uno dei peggiori ministri dell’Ambiente ed ha aperto alle trivellazioni, mettendo in difficoltà lo stesso Grillo. Ha pasticciato con le fondamentali commissioni VIA ed AIA, tanto che dalla prima sono scappati molti commissari appena nominati e le nomine della seconda sono state addirittura annullate giustamente dal nuovo ministro Cingolani.

Tra parentesi solo in Italia ci può essere il caso di una commissione importante come l’AIA / IPCC che si occupa di autorizzazioni energetiche e che è scaduta da più di un decennio (fu nominata dall’allora ministro Stefania Prestigiacomo). Doveva durare tre anni. Insomma le solite cose all’italiana.

Il ministro Costa finì nel mirino degli ambientalisti anche per il “sì” al contestatissimo (proprio dal Movimento) gasdotto TAP che parte dalla Grecia ed arriva in Italia, in Puglia.

Se la cavò separando le sue opinioni personali dalla sua opera istituzionale. Un vero capolavoro di ambiguità.

È interessante approfondire il legame che c’è tra Costa e Di Maio che si conoscono benissimo perché fu proprio Di Maio a volerlo a tutti i costi, citando diverse volte il problema dei rifiuti in Campania e specie nella Terra dei Fuochi dove poi Costa da ministro combinò ben poco.

Così infatti Di Maio presentò la candidatura dall’Annunziata:

 «Di Terra dei Fuochi ce n’è una in ogni Regione. Per questo riteniamo che il ministero dell’Ambiente sia centrale per il governo italiano. Se dovessi essere incaricato ho intenzione di proporre un servitore dello Stato, il generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri Sergio Costa, che si è distino nella lotta ai crimini ambientali». 

Insomma Di Maio voleva a tutti i costi Costa per gestire i rifiuti in Campania e in Italia.

Certo che Di Maio non pare molto lungimirante su chi si porta in casa, visto che Giuseppe Conte gli ha sfilato il partito e Sergio Costa gli potrebbe sfilare il seggio rimandandolo a bibitare.

In questa storia tutta partenopea vogliamo aggiungere anche un piccolo interessante cammeo.

Si tratta di Stefania Divertito, già portavoce del ministro Costa nel Conte 1 e nel Conte 2.

Ebbene, l’inossidabile giornalista campana è riuscita nell’impresa di restare nello stesso ruolo anche con il nuovo ministro Cingolani. Un vero caso di terga vinavillate alla poltrona peggio di un geco.

Salutato il vecchio Ministro, è traslocata repentinamente alle cure del nuovo. E pensare che poco prima del defenestramento di Sergio Costa i due cinguettavano pubblicamente così: «Stefy…sei la sorella che non ho mai avuto. Sempre vicini e mai lontani. Testa e cuore». E lei di rimando: «Mai lontani», con un tanto di smancerie grafiche reciproche. Ah l’umana ingratitudine.

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    costa di maio elezioni





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