Con la crisi rischiano di restare al palo, o quanto meno di rallentare il loro cammino– fa sapere il Sole 24 Ore– 547 decreti attuativi necessari per dare pieno compimento alle riforme economiche varate dai due governi presieduti da Giuseppe Conte. In particolare, i decreti “più giovani” messi in campo per contrastare la pandemia, potrebbero risentire maggiormente del momento di stasi. Questo perchè– come riferisce il Sole 24 Ore– si tratta di misure maggiormente vincolate ai provvedimenti attuativi.
Se si guardano i numeri– si legge sul Sole 24 Ore– la situazione è ancora più chiara: gli interventi anti-pandemia, dal decreto Cura Italia all’ultima legge di bilancio, sono legati a 504 decreti applicativi, di cui 358 devono ancora vedere la luce. Numeri che vengono confermati anche dal tasso di attuazione: al 29% contro il 32% del totale delle riforme economiche varate dal Conte-bis, e il 40,5% dell’intero pacchetto di misure messe in campo dai due Governi guidati dall’avvocato.
Una "stasi" prolungata comporterebbe il blocco dell’attuazione di molti decreti. E questo, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, sarebbe un bel problema, perché si interromperebbe un processo che in questi mesi è andato avanti (lo scorso luglio l’attuazione delle riforme dei due esecutivi Conte era al 33%). Il ritardo coinvolgerebbe diverse tipologie di provvedimenti: dai tanti bonus di cui è ricca la legge di bilancio, alle misure digitali; dai provvedimenti del Dl rilancio ai contribuiti per le famiglie a basso reddito. Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, a oggi, 547 provvedimenti sono in attesa, 152 sono già scaduti e di questi 106 fanno riferimento agli interventi del Conte-bis.
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