Con D'Alema il 5% dei gruppi Pd. Renzi è in pericolo. Ecco perché
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
L'affondo di Massimo D'Alema contro il governo Renzi è di quelli che lascia il segno. Il rottamato per eccellenza contro il rottamatore (o ex). Se il Pd continua ad essere primo nei sondaggi - a detta di tutti gli esperti del settore - è soltanto perché non c'è un'alternativa credibile all'ex sindaco di Firenze. Se guardiamo in casa Pd, infatti, le acque sono più che agitate. E le parole di Baffino sono soltanto il termometro di una febbre alta che cova dietro i tweet e le battute del premier. Il problema di D'Alema è che non ha mai fatto squadra tra i parlamentari, anche se nominati da Pierluigi Bersani, è al momento tra i 400 deputati e senatori democratici il numero dei fedelissimi dell'ex presidente del Consiglio ed ex ministro degli Esteri sono una ventina, ovvero il 5%. Da soli, quindi, non possono mettere a rischio l'esecutivo. Attenzione, però, perché c'è un altro 35% di parlamentari dem che fa riferimento a Bersani e Cuperlo e che non sono così nettamente critici nei confronti di Renzi come D'Alema ma che comunque non approvano al 100% ciò che fa il governo e che contestano la gestione del partito. Insieme le due anime farebbero il 40% e potrebbe in teoria mettere a rischio la sopravvivenza dell'esecutivo. Bisogna vedere se quella di D'Alema è stata un'uscita di fine estate per vedere che cosa accade o se sta organizzando qualcosa assieme all'altra minoranza dem. Nei gruppi parlamentari c'è poi un 15% circa dei cosiddetti 'giovani turchi' che si riconoscono nel ministro Orlando e in Orfini. Non sono renziani ma appoggiano comunque il premier e al momento non intendono certi voltargli le spalle. Rimane poi un 45% di deputati e senatori sui quali il presidente del Consiglio può contare senza se e senza ma. Tra questi i renziani della prima ora, come Richetti e Marcucci, ma anche tutti i membri della segreteria (dalla Picierno a Lotti fino alla Serracchiani) e i renziani di seconda generazione, ovvero l'AreaDem di Franceschini, ormai considerata fedelissima del premier.