Politica

Dalla padella Draghi alla brace Meloni: così gli elettori sono già pentiti

Di Paolo Diodati

Chi ha voto FdI sperando in un cambio di passo si ritrova con una politica filo-atlantista molto simile a quella del premier uscente

Da Draghi alla Meloni: dove sono le differenze?

Kissinger: "Fermatevi e pensateci un'ultima volta... " (al fatto che siamo stati capaci di rinunciare a ... Draghi!). Draghi, lo Statista dell'anno, come poteva non essere insignito anche di una delle massime onorificenze ucraine, che andrà a ricevere proprio dalle mani di Zelensky, appena libero da impegni istituzionali?  Draghi che, ringraziandolo telefonicamente, gli ha rinnovato la promessa che l'Italia resterà sempre al suo fianco (meno male che gl'italiani sono stati capaci di rinunciare a lui, il banchiere miracolato da Mattarella).

Gioverà ricordare che dal cilindro del fantasioso presidente della Repubblica era già uscito un primo miracolato: Giuseppe Conte, presentatogli dall'amichetto, Alfonso Bonafede. Pensate: da completo sconosciuto, a ... Presidente del Consiglio! Risultato della brillante introduzione nel mondo politico dei due esterni: due complicazioni in più. Conte, belloccio, dal facile eloquio troppo spesso arricchito da elucubrazioni articolate "dico...non dico" e che, grazie all'inevitabile suicidio di Di Maio, rianimava il moribondo M5S e non potrà che rinnovarne i casini. Draghi, fino a quando non si rassegnerà al mancato approdo al Colle, non potrà che contribuire all'aumento dell'entropia politica, in quanto sembra che non riesca a capire che, come hanno per giorni titolato tanti giornali "Agli italiani non piaceva l'agenda Draghi".

Infine, siccome con lui siamo stati ed evidentemente restiamo fino all'ultimo giorno, al vecchio "un solo uomo al comando", parlando per l'Italia, assicura "Referendum illegali, l'Italia non li riconoscerà!" Il fedele cagnolino ripete, facendola immediatamente sua, la posizione del sonnambulo Biden che, evidentemente, non conosce la storia dell'Ucraina o se ne buggera... Chissà se, nella frenetica attività istituzionale, ha trovato il tempo, assieme al brillante e trombato ministro degli esteri, per scoprire che questo è il secondo referendum in Ucraina, sullo stesso tema "Volete essere ucraini russi o ucraini americani?". E, ancora, i due avranno trovato il tempo per chiedere allo storico Prof.  Emilio Gentile, grande esperto di fascismo, se è più fascista la Meloni o Zelensky?

Poverina, la Meloni, bersaglio obbligato di tutti i tiratori scelti o non scelti. Francesco Merlo su Repubblica, la chiama "Camicetta nera", forse anche perché non ha visto la celebre e azzeccata mimica nell'ironico racconto della reazione di uno del suo partito che aveva una maglietta scura. Gli chiesero se quel colore voleva evocare una camicia nera... . Molti miei amici, che non sono riuscito a convincere a votare Marco Rizzo (premiando la chiarezza delle sue condivisibili posizioni e argomentazioni) e hanno votato Giorgia, già sono pentiti, perché preoccupati dalle sue affermazioni pro Zelensky. Mi danno ragione per aver individuato nel suo dichiararsi atlantista e fedele alla Nato, i suoi futuri problemi. Già iniziati.

Il mio coltissimo barbiere mi ha raccontato, molto divertito, della faccia contrita di alcuni clienti vecchi comunisti che, mogiamente, gli hanno detto "Alla fine ce l'abbiamo fatta..." "A far cosa?" e qui hanno sputato il rospo "A votare la Meloni...". Chissà se sono già pentiti anche loro. Termino, avendo secondo tutti, sprecato il mio voto e quello dei non pochi che ho convinto a votare Marco Rizzo, rivolgendomi direttamente a lui.

Caro Marco,
in tempi di pace ci si può permettere il lusso di avere una miriade di partiti. Ma, in tempi di guerra, ripeto, la domanda più importante a cui rispondere è la posizione assunta di fronte alla guerra. Se gli italiani, e se le TV avessero capito che il quesito da porre alle elezioni era quello, lei avrebbe superato in voti, la Meloni. Che gli italiani non si rendessero conto d'essere in guerra (non per loro volontà, ma perché succubi del tutto passivi degli USA) lo dimostrano i 101 simboli di partiti presentati allo scadere dei tempi.

Non si sa se alcuni partiti fossero presentati da burloni (Movimento Poeti d'azione, cioè... dannunziani), Partito della Follia e di qualcuno non si conosceva nemmeno il nome del presentatore, come per il Partito Italiani per Draghi. Lei ha avuto, dopo la grandissima delusione del risultato elettorale, la magra soddisfazione d'averla vinta, sul povero Mentana, anche sulla sua parzialità negli inviti in TV. L'errore madornale che però ha fatto lei e hanno fatto tutti i contrari alla guerra, è stato il non esservi messi insieme.

D'accordo, lei con Paragone in particolare, forse non ha altri punti in comune, oltre al non voler partecipare a una guerra che, come ha cercato inutilmente di far capire a Mentana, non ci riguarda minimamente. Ma il punto in comune, in questa situazione che peggiora sempre più, era e rimane, quello di gran lunga più importante. Come saggiamente si dice, solo alla morte non c'è rimedio. Lei ha fatto una battaglia, non compresa, contro la guerra e, quindi, contro la morte. Putin, ricordando che lui non sarebbe il primo a usare le atomiche, avendone gli americani sganciate due sul moribondo Giappone, a Seconda guerra mondiale ormai vinta, ha ridimostrato che ci pensa, e come, a usarle.

Gli americani il 6 e 9 agosto del 1945 ne sganciarono una su Nagasaki e una su Hiroshima. I due giganteschi funghi, con i circa 360.000 tra morti e feriti, molti dei quali orrendamente sfregiati per le ustioni e le radiazioni ionizzanti, fecero rabbrividire il mondo. Ci si ripropose di bandirne per sempre l'uso. Come erano stati messi al bando i gas nervini, le armi chimiche e batteriologiche ai tempi della Prima guerra mondiale.