Politica
Di Pietro: "La politica Ue di obblighi e doveri distrugge l'agricoltura"
"Serve un grande impegno di trasparenza rispetto alla concorrenza sleale da parte delle multinazionali". Intervista
Protesta agricoltori, l'ex ministro ed ex pm Antonio Di Pietro ad Affaritaliani.it: "Mi riservo di partecipare alle manifestazioni con il mio trattore"
"Sono iscritto ai coltivatori diretti e sono anch'io un agricoltore nel ricordo di mio padre, anche se non vendo i miei prodotti, e difendo e sostengo le posizioni degli agricoltori che stanno protestando". A parlare con Affaritaliani.it è l'ex ministro ed ex pm Antonio Di Pietro, in merito alle proteste che stanno crescendo non solo in Italia ma in tutta Europa per le scelte di Bruxelles in tema di agricoltura.
Di chi è la colpa di quello che sta succedendo? "Non dobbiamo parlare di colpe in termini di contrapposizione. Piuttosto il nuovo che avanza, al quale non sono contrario, deve assolutamente tener conto del vecchio e delle realtà di ciascun territorio. Non sono contro il progresso tecnologico anche nel settore agricolo, ma qui siamo di fronte alla situazione che i colossi si mangiano i piccoli. Se andiamo avanti così si fa morire la tradizione agricola del nostro Paese che è un'eccellenza in tutto il mondo. Stimolo tutti a prendere in considerazione questa protesta. A scendere per le strade non sono persone che lo fanno per farsi notare, come a volte accade, ma persone e lavoratori impegnatissimi nelle loro campagne a potare, arare e seminare. Eppure protestano perché lo ritengono in questo momento più importante che lavorare nei campi visto che di questo passo muoiono di fame. C'è la necessità di prendere in mano la situazione con realismo senza perdere tempo a cercare colpe. Risolvere il problema insieme".
Di Pietro usa parole molto chiare: "In Italia e in Europa ci sono tante specificità e l'Unione europea non può trattare tutti allo stesso modo, non funziona così. Faccio un esempio. L'Europa mi dice che devo fare la rotazione delle coltivazioni dei terreni ogni anno. Ma se io quest'anno ho piantato il grano, l'anno prossimo non posso mettere i girasoli altrimenti i cinghiali me li mangiano. L'Europa deve capire che ogni terreno ha la sua specificità e agire con senso di responsabilità. Per questo motivo difendo la battaglia degli agricoltori da iscritto ai coltivatori diretti e mi riservo anche di partecipare alle manifestazioni con il mio trattore".
Alla domanda se il ministro delle Politiche agricole Francesco Lollobrigida possa fare di più, Di Pietro risponde: "Non ho le competenze per dirlo, ma certamente non basta il ministro italiano, chiunque sia, per risolvere il problema della territorialità. Indipendentemente dal colore politico, tutti insieme dobbiamo far capire alle istituzioni europee che questa politica degli obblighi e dei doveri distrugge l'agricoltura. Serve una politica non di sussidi ma di riconoscimenti della specificità di ogni luogo, di sburocratizzazione, PAC rinnovate e qualificate. E soprattutto serve un grande impegno di trasparenza rispetto alla concorrenza sleale da parte delle multinazionali", conclude Di Pietro.