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Politica
Direzione Pd, Zingaretti: “Ora siamo uniti”. Gualtieri e Rosy Bindi in platea

Ridefinire la piattaforma politica del Partito Democratico alla luce della nascita del governo Conte II e della scissione dei renziani. Questa, in estrema sintesi, la proposta uscita dalla direzione nazionale del Partito Democratico che si e' appena conclusa a Roma. L'occasione per questa sorta di "congresso politico senza primarie", come la chiama un componente della direzione, potrebbe essere la tre giorni che si terra' a Bologna, sotto il 'patrocinio' di Gianni Cuperlo e della fondazione culturale dem che si e' impegnato a costruire, e che si svolgera' nel mese di novembre. Nel corso della sua prolusione, e' stato il vicesegretario Pd Andrea Orlando a sottolineare che "il governo che nasce per nostra iniziativa e' una compagine rinnovata, con un modello diverso da quello dei due vicepremier.

La costante minaccia della scissione, che poi e' arrivata, ha impedito che si preparasse con un dibattito all'altezza un passaggio cosi' importante". E, dalla parte della minoranza interna, e' stato il ministro Lorenzo Guerini a rimarcare che e' in corso "una fase straordinaria: in un mese siamo passati dall'opposizione al governo e abbiamo subito una scissione. Ritengo imprudente aprire un congresso straordinario, ma occorre dare il senso che affrontiamo questa fase con strumenti straordinari. E' una fase che oggettivamente cancella l'esito del congresso". Da qui le parole di Nicola Zingaretti: dopo la nascita del governo Conte II e la scissione di Italia Viva "abbiamo bisogno delle minoranze, vedremo con quali modalita' riorganizzare il dibattito interno. C'e' la volonta' di aprire una fase fondativa di un'altra stagione storica del Pd", aggiunge il segretario aggiornando la direzione a martedi' 1 ottobre, quando "potrebbero essere votate delle scelte". 

Scissione PD, Bindi: "Non e' mai un bene, ma non mi sono mai fidata di Renzi"

PD: GUERINI, 'SCISSIONE ERRORE IMPERDONABILE'

 "Questa scissione credo sia un errore imperdonabile". Lo ha detto Lorenzo Guerini di Base Riformista alla Direzione Pd in un'intervento, si riferisce, molto applaudito. "Ho molto disagio ad affrontare questa direzione e svolgere questo intervento. Disagio di chi ha vissuto il momento con emozione molto forte". "Lo stesso disagio provato per l'altra scissione. In entrambi i casi è stata una ferita profonda della nostra comunità. Il giorno precedente la scissione passai due ore con Bersani. Andai a provare a scongiurare quella decisione. Ho cercato di fare questo sforzo anche in questo momento in un dibattito che si è consumato in diversi mesi". Per Guerini, quindi, la decisione di Matteo Renzi ed altri di lasciare il Pd è "un errore imperdonabile. L'ho detto fin dall'inizio. Sbagliata perché non ne capisco le ragioni politiche, sbagliata perché indebolisce il nostro campo e un errore perché trovo sbagliata una divisione dei compiti che va contro la natura e l'identità stessa del Pd".

Direzione Pd, Gentiloni: amalgama c'è ancora. Grazie a Zingaretti per unità

"E' la prima volta che intervengo in questa Direzione, non per mutismo, ma perchè ho interpretato il ruolo di presidente in un certo modo. Voglio ringraziare il mio partito per aver messo in condizione il governo di assegnarmi questo incarico che cercherò di fare al meglio per rappresentare nel migliore dei modi la nostra comunità e il nostro Paese". Lo ha detto Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari Economici, intervenendo alla direzione del Pd. "Il periodo dal 7 agosto al 17 settembre è stato un periodo piuttosto straordinario. Entrambe le cose accadute in questi 40 giorni, sia la nascita del nuovo governo sia l'uscita di Matteo (Renzi, ndr.) e di tanti altri nostri colleghi sono fatti che mettono in discussione le ragioni di fondo della nostra comunità", ha aggiunto.

"Faremmo un errore a non valutarne l'importanza e penso che dovremmo essere grati al fatto che Nicola Zingaretti è stato in grado in questi due mesi di assicurare la dignità, l'onore e la coerenza di queste scelte. E penso che gli italiani se ne siano accorti. Le ragioni di fondo, su queste ci dobbiamo interrogare: siamo a trent'anni dalla caduta del muro di Berlino che ha innescato il percorso che ha portato alla nascita prima dell'Ulivo e poi del pd. La mescolanza tra diverse culture, l'affiorare di nuovi valori, quell'amalgama - con il senso di poi - si è dimostrato più resistente del previsto. Questo amalgama c'è".

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