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Politica
Draghi nega il bis e fa crollare il Terzo Polo: la fine del duo Renzi-Calenda
Matteo Renzi e Carlo Calenda

Elezioni-Terzo Polo, dare un voto al gatto e alla volpe significa solo togliere altre due braccia all’agricoltura che ha ancora tanto bisogno

E alla fine la smentita forte e chiara è arrivata. Mario Draghi ha detto chiaramente che non tornerà a Palazzo Chigi.

Lo ha fatto per onestà intellettuale visto i miserrimi comportamenti di gente che si intestava una fantomatica “agenda Draghi” nel tentativo di arrampicarsi sugli specchi pericolosamente saponati di una evidenza dura e ineluttabile.

Ed invero sia il Partito democratico, almeno in una fase inziale e soprattutto il Terzo Polo, si sono intestati una benedizione draghiana che in realtà non c’era mai stata.

Il gatto e la volpe, e cioè Matteo Renzi e Carlo Calenda, hanno voluto non “tirare la giacchetta” al premier ma proprio strappargliela brutalmente di dosso per la veemenza con cui si sono intestati una eredità inesistente.

Una figura barbina a cui però non c’è ancora una fine visto che Calenda con il rischio di apparire un pervicace zuccone ha risposto così ad una domanda del Corriere della Sera: «Se grazie a noi non si formerà una maggioranza di centrodestra, tutti si renderanno conto che serve un governo di unità nazionale, possibilmente a guida di Mario Draghi.  Interpellato ha detto di no? Altro non poteva dire, come è ovvio. Letta sta facendo una campagna divisiva e sbagliata. E non chiarisce con chi governerebbe: non con i suoi alleati, non con i 5S, allora con chi, con il mago Zurlì? Quello al Pd è un voto buttato perché non è in grado di fare una proposta di governo».

Insomma, il Churchill dei Parioli prima fa il finto tonto facendo finta di non conoscere la dichiarazione di Draghi che era deflagrata immediatamente nell’etere mediatico e poi smentisce lo stesso premier dicendo che in realtà non aveva scelta e non poteva dire altro.

Insomma qui siamo alle comiche. Invece l’altro, l’”uomo che sussurra all’Arno” non è stato da meno è ha ratto dichiarato: «Ove si creassero le condizioni e Mattarella glielo proponesse, sono certo che Mario Draghi accetterebbe».

Notare come qui la scorrettezza sia doppia. Violenta ancora il pensiero di Draghi e finge di avere una qualche influenza sul presidente della Repubblica Sergio Mattarella la cui elezione lui rese possibile.

Insomma qui ci vorrebbe un medico ma di quelli bravi.

Draghi smentisce categoricamente un secondo mandato e loro replicano come se niente fosse che “Draghi è ancora vivo e marcia insieme a loro”.

La scenetta ricorda un film di Totò, Miseria e nobiltà, in cui un ragazzo semiritardato ripeteva in continuazione “Vincenzo m’è padre a me” a qualsiasi domanda gli fosse rivolta.

Ma torniamo al duo.

Pensano che gli italiani siano tutti fessi ed è questo che irrita. Il gatto e la volpe sono stati smentiti in diretta eppure ancora vogliono infinocchiare gli elettori dicendo che “Draghi è con noi”.

Si tratta appunto o di un caso di disturbo acritico della percezione oppure, come è più probabile, di paraculite a due, del resto tipica del nostro Paese. Negare l’evidenza anche di fronte alla smentita ufficiale dell’interessato.

È quindi del tutto evidente che il sedicente Terzo Po(l)lo è una invenzione a tavolino fatta in qualche lussuoso bar dei Parioli e non ha alcun collegamento con la realtà fattuale.

I due non rappresentano nessuna fantomatica “agenda Draghi” e mai la rappresenteranno. Dare un voto al gatto e alla volpe significa solo togliere altre due braccia all’agricoltura che ha ancora tanto bisogno.

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