Politica
Draghi si rifiuta di stare in un "non governo". Per lui l'esperienza è finita



L'ex Bce non intende prende parte ad un esecutivo balneare qualsiasi, esposto negli ultimi mesi di mandato ad ulteriori agguati e nuovi ultimatum
Draghi la sua decisione l'ha già presa. Per Mattarella un problema in più
La crisi di governo è appena iniziata ma Draghi la sua decisione l'ha già presa. Il premier chiederà al presidente della Repubblica Mattarella di non essere rinviato alle Camere per valutare se c'è ancora una possibile maggioranza. Se il Movimento - si legge sul Corriere della Sera - darà seguito alla decisione di uscire dall’Aula e non voterà insieme al resto della maggioranza il decreto Aiuti, il premier salirà al Quirinale e si dimetterà, formalizzando la richiesta che aveva già annunciato a Mattarella: non essere rinviato alle Camere. Draghi rifiuta l’idea di gestire un "non governo", di trasformarsi nel premier di un gabinetto balneare qualsiasi, esposto negli ultimi mesi di mandato ad ulteriori agguati e nuovi ultimatum. D’altronde è consapevole di essere vissuto dalla sua maggioranza come un intralcio.
Non è ancora chiaro - prosegue il Corriere - come terminerà la legislatura, se il capo dello Stato chiederà a Draghi di restare a Palazzo Chigi per l’ordinaria amministrazione in vista delle urne. La sua decisione avrà ripercussioni anche sullo scenario internazionale, perché nel giro di pochi giorni — dopo il capo del governo inglese — Putin vedrebbe uscire di scena anche il capo del governo italiano. Certo, Johnson e Draghi sono personalità molto diverse, ma sono stati i più importanti sostenitori della linea atlantista, in difesa dell’Ucraina dall’aggressione russa.