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Politica
Elezioni, de Magistris: "Dal governo 14 mld per le bollette? Bruscolini"
Luigi de Magistris

Elezioni politiche 2022, intervista al leader di Unione popolare Luigi de Magistris

Raggiunto telefonicamente da affaritaliani.it Luigi de Magistris, leader di Unione popolare, è in auto, direzione Napoli, per proseguire la campagna elettorale arrivata ormai al culmine. La linea è precaria, cade. Si ferma a una piazzola, comincia l’intervista. Il governo, riunito in Cdm, ha appena dato il via libera ai quattordici miliardi del decreto Aiuti ter.

Dove li metterebbe questi soldi de Magistris?

“Bella domanda. Con la tensione sociale-economica-ambientale che abbiamo in Italia quattordici miliardi sono bruscolini. C’è bisogno di ben altro. Quattordici miliardi sono quelli che dovrebbe dare probabilmente solo l’Eni per gli extraprofitti e lo Stato dovrebbe mettere denaro per sforbiciare innanzi tutto le bollette perché devono essere pagate per quello che è giusto. Il di più lo deve pagare chi specula. Su questo lo Stato ci deve mettere una pezza. Poi c’è la devastazione ambientale di oggi (alluvione nelle Marche ndr) che non c’entra col tema dei quattordici miliardi ma se me lo permette c’è il tema del Pnrr che doveva avere soprattutto l’obiettivo di una conversione ecologica e ambientale ma per bocca dello stesso ministro Cingolani ‘non è il momento di pensare alla natura e al paesaggio’. Quindi credo che la situazione è talmente drammatica che bisogna stare molto attenti ad affidare la cura a dei ‘medici-politici’ che c’hanno inoculato veleno e ci vogliono dare la stessa cura”.

La tempesta di questa notte ha fatto 10 vittime nelle Marche. Lei attribuisce questi eventi al cambiamento climatico?

“È sotto gli occhi di tutti. Ormai questi eventi non sono più eccezionali, sono frequenti. Lo dicono gli scienziati e le organizzazioni indipendenti. Sono effetti collaterali dei cambiamenti climatici. L’uomo continua a violentare, bullizzare e devastare la natura e lei reagisce. Se continuiamo a immettere una quantità enorme di anidride carbonica e non interveniamo con l’economia circolare e le energie alternative rinviando questo giorno, il ‘countdown’ non si interrompe, va avanti e questo significa devastazioni ambientali, immigrazioni e guerre. Ho fatto il sindaco. E qui c’è un ulteriore tema: servono più risorse da destinare al dissesto idrogeologico, alla Protezione Civile e a chi sta in prima linea a difendere il territorio che spesso rimane senza armi. Se continuiamo così, poi, le lacrime di coccodrillo di fronte al ghiacciaio della Marmolada che si scioglie fanno male”.

Lei è stato oltre che sindaco anche un magistrato. Il 18 e 19 settembre ci saranno le elezioni per eleggere i membri del Csm, vuole fare un endorsement per il sostituto procuratore Henry John Woodcock?

“No, sono cosi sostenitore dell’indipendenza dei magistrati che facendo un ruolo diverso non entrerei mai in una dinamica elettorale. Faccio un auspicio per i cittadini perché l’autonomia e l’indipendenza della magistratura – che il Csm dovrebbe garantire e non sempre ha fatto - non sono privilegi dei magistrati ma sono la garanzia dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Il Csm negli ultimi anni ha dato cattiva prova di sé, oltre al caso Palamara, io ne sono stato anche vittima. Va ridata centralità a quell’organo come prevede la Costituzione. Woodcock è un magistrato per bene, se verrà eletto mi farà piacere”.

In Ungheria le donne che decideranno di abortire dovranno prima ascoltare il battito cardiaco del feto. Lo trova giusto?

“Sono molto preoccupato. Mettere in discussione la legge sull’aborto è un fenomeno di oscurantismo medioevale. Vuole dire colpire sulle emozioni. Anche io sono un credente e un cattolico, ho la mia posizione. Ma altra cosa è quando bisogna intervenire sui diritti. Giù le mani dalla legge sull’aborto. Quando entreremo in Parlamento dobbiamo rimettere in pista una serie di leggi come i matrimonioni tra persone dello stesso sesso, ius scholae e il testamento di fine vita. L’Italia deve fare tanti passi avanti ancora nei diritti civili”.

Lei come magistrato inquirente ha lavorato a stretto contatto con le forze dell’ordine. Nel 2022 si sono già suicidate 49 persone tra polizia e carabinieri, che cosa pensa di questo fenomeno e da che cosa è causato secondo lei?

“La ringrazio per questa domanda. Bisogna interrogarsi sulle condizioni di lavoro. Su come vengono pagati e sulle riperucussioni subite dalle famiglie. Qui mi aggancio al penitenziario, ci sono condizioni di vita compresse, noi siamo l’unica forza politica che ha messo nel programma i diritti dei detenuti, un paese forte e democratico deve garantire i diritti anche a chi li ha violati. Pensiamo al tema degli affidamenti in prova nei sevizi sociali, al tema della funzione della rieducazione della pena. Sono preoccupato delle condizioni in cui si lavora in diversi comparti del penitenziario, in condizioni difficili e con stipendi bassi. Così si rischia di privatizzare anche le forze di polizia e i Vigili del Fuoco, come è successo con la sanità”.

Quale risultato elettorale la soddisferebbe?

“Noi siamo nati a luglio. È stata già una grande impresa raccogliere le firme, molti non scommettevano un centesimo che avremmo fatto le liste in tutta Italia. Non mettiamo limiti. Entrare in parlamento sarebbe un risultato senza precedenti, oserei dire storico, nonostante una legge elettorale antidemocratica e anticostituzionale. Questo è un voto necessario come ha detto anche Mélenchon quando è venuto a sostenerci”.

Ha percezioni positive?

“Si, ho una percezione buona. È una campagna elettorale anomala, fatta d’estate e molto concentrata, non si riescono a girare tutti i territori come sono abituato a fare. Il riscontro è quello di un progetto non elettorale, di lungo respiro, finalmente di sinistra, di rottura del sistema ma di governo, pacifista, ambientalista e con persone credibili”.

In che cosa siete differenti dalle altre forze di sinistra come Pd, M5s, Si-Verdi?

“Correggo il quadro. Smettiamo di definire di sinistra il Pd, forse così si offende pure. Il Pd ha fatto il Jobs act, ha cancellato l’articolo 18, è principale azionista del governo Draghi, è guerrafondaio, parla di autonomia differenziata, di fossile e di nucleare. Poi in Sinistra italiana e Verdi, dove alla base ci sono tanti punti di consonanza, c’è una profonda ambiguità e contraddizione nei vertici che si definiscono contro la guerra, il nucleare e l’inceneritore e poi si alleano con un partito che fa tutt’altro. Infine ci sono i 5 stelle con cui ci sono aspetti comuni tipo l’acqua pubblica ma non l’hanno mai fatta. Conte, poi, tra molte piroette elettorali dice di essere dalla parte giusta. Sono andato a vedere il suo background: è stato con Salvini, Berlusconi, Pd, Renzi e Draghi. Ora ha intuito uno spazio a sinistra e ha tentato di occuparlo. Ha detto di essere il ‘Mélenchon italiano’ ma poi quello vero ha detto e ha ricordato a tutti che Conte è rispettabile ma non è di sinistra”.

Farebbe un’alleanza di governo con questi partiti?

“L’Italia è una Repubblica parlamentare. Mi auguro che nel prossimo Parlamento entrino più voci per evitare che la rabbia sociale e il conflitto sia solo nelle piazze e nelle fabbriche. Se vince la destra noi saremo la vera opposizione perché non siamo abituati a fare consociativismi, sotterfugi e accordi sottobanco come fa Letta che scopre il voto utile antifascista contro la destra ma poi con Salvini e Berlusconi ci governa e con Meloni fa i convegni. Se invece dalle elezioni dovesse uscire un quadro diverso vedremo in Parlamento. Se Unione popolare dovesse avere un risultato forte possiamo diventare determinanti e delineare dei punti in ordine al quale noi rappresentiamo la necessità di una svolta per il Paese come la pace, con trattative diplomatiche più forti, la ridistribuzione delle ricchezze, la svolta ambientale e la lotta alla corruzione. Con alcune forze il dialogo in Parlamento ci potrà essere”.

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