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Politica
Elezioni europee: i cristiani non possono più rimanere in panchina
Mario Enrico Delpini

Elezioni europee, i vescovi della Lombardia: "Cristiani chiamati a farsi voce coraggiosa per dire no alla assurdità della guerra e alla diseguaglianza scandalosa"

 

a firma di

Mario E. Delpini – Arcivescovo di Milano

Francesco Beschi – Vescovo di Bergamo

Marco Busca – Vescovo di Mantova

Oscar Card. Cantoni – Vescovo di Como

Maurizio Gervasoni – Vescovo di Vigevano

Daniele Gianotti – Vescovo di Crema

Maurizio Malvestiti – Vescovo di Lodi

Antonio Napolioni – Vescovo di Cremona

Corrado Sanguineti – Vescovo di Pavia

Pierantonio Tremolada – Vescovo di Brescia

Nel corso della sessione primaverile della Conferenza episcopale lombarda, svoltasi a Caravaggio (BG) qualche giorno fa, i vescovi della Lombardia hanno elaborato una nota relativa all’impegno dei cristiani in politica, in particolare in vista delle prossime elezioni europee (8-9 giugno). La CEL riunisce le Diocesi di Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Pavia e Vigevano. Di seguito il testo della nota.

Un appello in tre punti

1. Primo

L’assunzione di responsabilità da parte dei cristiani e delle persone serie, capaci, oneste in politica è particolarmente urgente in questo tempo.

L’interessamento e l’impegno diretto in politica è una doverosa espressione della cura per il bene comune. L’indifferenza che induce all’astensionismo, il giudizio sommario che scredita uomini e donne impegnati in politica sono atteggiamenti che devono essere estranei alla comunità cristiana.

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Sono chiamati a farsi avanti uomini e donne che siano voce coraggiosa e sapiente, profetica e realistica per dire: no alla guerra assurda e disastrosa, noi cerchiamo la pace giusta e possibile; no alla follia delle armi che guadagna nel distruggere, noi chiediamo che ci siano risorse per costruire e curare; no alla diseguaglianza scandalosa che con sperperi irresponsabili rovina i popoli, ignora i poveri e distrugge il pianeta, noi siamo assetati di giustizia e dedicati alla solidarietà; no all’ambigua tolleranza che apre le porte al denaro sporco che si moltiplica sfruttando le debolezze umane, incrementando dipendenze, approfittando del sovraindebitamento, noi pratichiamo e insegniamo la legalità; no alla cultura individualistica e libertaria che legittima l’aborto come diritto e non rispetta la vita di persone fragili, noi chiediamo che la legge difenda i più deboli; no a una gestione delle risorse della comunità che trascuri i bisogni primari della casa, del lavoro, della formazione, noi proponiamo alleanze per condizioni di vita dignitose per tutti.

2. Secondo

Compito dei pastori è formare le coscienze, motivare l’impegno, incoraggiare le responsabilità, astenersi dal prendere posizioni nel confronto tra i partiti e le persone che si presentano per raccogliere il consenso dell’elettorato.

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3. Terzo 

Si deve valutare l’opportunità che i candidati nelle elezioni amministrative e politiche sospendano incarichi pastorali per evitare di essere motivo di divisione nelle comunità cristiane e per favorire la libertà di tutti sia nel proporsi sia nel votare.

Conclusione

Verranno giorni di pace? Sarà possibile una società più giusta? Sapremo costruire una città, un paese, un’Europa dove sia desiderabile abitare insieme? Noi che andiamo a votare diciamo alla gente di oggi e alle generazioni future: sì, sarà possibile, perché ciascuno di noi, secondo le sue responsabilità, competenze e ruoli mette mano adesso all’impresa di aggiustare il mondo!

 

 






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