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Politica
Elezioni, Giorgia Meloni e il Cdx hanno vinto grazie alle minacce dell'Ue

Meloni premier, tutto merito di Ursula von der Leyen: dalle minacce all'"effetto Streisand"

Qualche giorno fa, Ursula von der Leyen aveva minacciato l’Italia durante un evento all’Università di Princeton negli USA: “La democrazia è un lavoro costante, non si finisce mai, non puoi metterla in una scatola e mantenerla così senza far nulla. In Italia si vedrà alla fine delle elezioni: se le cose andranno verso una situazione difficile, abbiamo gli strumenti come nel caso di Polonia e Ungheria”.                                     

Poi davanti alle proteste, invero un po’ flebili tranne quella di Salvini, aveva innestato pronta e ratta la marcia indietro dando la colpa ai “soliti” giornalisti che non avevano capito quello che voleva dire. Insomma, l’usuale cliché che funziona sempre: sparata ad alzo zero e poi chiamata in correo dei giornalisti tonti che non capiscono quello che si dice.

Ma questa volta il “modello Ursula” non ha funzionato, anzi ha funzionato alla rovescia perché un effetto eclatante invero lo ha ottenuto e cioè ha convinto molti indecisi a votare il centro-destra. Quindi l’impicciona presidentessa dell’Unione Europea avrebbe fatto meglio a non parlare. La mossa si è rivelata così stupida da pensare quasi che la capa di Bruxelles, dai capelli giallo topo, fosse d’accordo perché delle due l’una: o è una improvvida allocca o l’ha fatto apposta.

Ma poiché la seconda ipotesi è paradossale, visto che era prevedibile che una ingerenza così forte avrebbe provocato l’effetto opposto, resta solo la prima ipotesi: abbiamo una incapace alla guida dell’Europa. Questo tipo di dinamica ha anche un nome e si chiama “effetto Streisand” che consiste nell’enorme popolarità che si riversa su un argomento che si vuole censurare.

La nota attrice infatti fece una causa legale per tutelare la privacy della sua villa da 10 milioni di dollari a Malibù che era finita casualmente su un sito fotografico che aveva pochissime visualizzazioni. L’effetto fu opposto: milioni di persone andarono a vedere la foto con conseguente distruzione della privacy invocata. Da ora, in politica, l’ “effetto Streisand” lo possiamo chiamare anche  “effetto Ursula”.

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