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Politica
Elezioni 2018, CasaPound punta in alto: Simone Di Stefano candidato premier

Che CasaPound puntasse in alto eravamo stati i primi a sottolinearlo qualche mese fa. Da formazione politica "di nicchia", alle recenti elezioni amministrative CPI aveva riscontrato un ottimo risultato a Lucca - superando il m5s - balzando automaticamente sulla stampa politica "mainstream". Questo accadeva solo pochi mesi fa, ma in politica - lo sappiamo - pochi mesi possono rappresentare un'autentica era geologica.

La "tartaruga frecciata" in questo breve lasso di tempo ha bruciato le tappe; complice anche la testata di Roberto Spada al giornalista Daniele Piervincenzi, il suo vicepresidente Simone Di Stefano è comparso prima a Piazza Pulita e solo pochi giorni fa a Mezz'ora in più, torchiato da Lucia Annunziata, e in entrambi i casi ha fatto aumentare lo share e gli spettatori.

Come ampiamente rilevato da affaritaliani qualche mese fa, l'interesse per CasaPound si inserisce nell'onda di successi della destra e dell'estrema destra in tutta Europa, come abbiamo visto in Germania e in Austria. In Italia, CP rappresenta la novità rispetto al populismo "appoltronato" del m5s, che - a seconda dell'occasione elettorale - indossa la maschera di partito di sinistra o di destra. Ma i consensi - ancora rilevanti - del Movimento 5 Stelle iniziano a calare, mentre la "tartaruga frecciata" a Ostia supera il 9 % alle urne.

E tuttavia le ambizioni di CPI non iniziano e non si esauriscono a Ostia. Due traguardi importanti li attendono: le elezioni regionali del Lazio che vedono partecipare come candidato alla Presidenza di Regione il giovane Mauro Antonini, coordinatore laziale di CPI, e le politiche del 2018 alle quali Simone di Stefano si candida nientemeno che a premier. Di Stefano, 41 anni, diventa ufficialmente segretario di CasaPound e si presenta nella corsa per Palazzo Chigi con un programma preciso: ripristino della sovranità nazionale, sostegno alle imprese e alle famiglie italiane, uscita dall'euro e dall'UE, nazionalizzazione della Banca d'Italia, blocco dell'immigrazione clandestina e, fra gli altri punti, il Reddito Nazionale di Natalità, ovvero 500 euro mensili da 0 a 16 anni per ogni figlio italiano nato da un genitore a sua volta nato italiano.

Un programma che raccorda alcune istanze della Lega Nord (poi abbandonate in corso d'opera) e del M5s (anch'esse abbandonate lungo il cammino per "Ragion di Stato"), a sottolineare il target di riferimento di CasaPound: quelle praterie sconfinate che raggruppano il voto "di pancia", quello di protesta e quello dei delusi dal sistema politico vigente, e dai partiti tradizionali. Un bacino di consensi considerevole che finora ha premiato i grillini ma che, con l'ingresso prorompente di un movimento che non ha timore di professarsi fascista (pur rinnegando leggi razziali e altre derive del tardo fascismo) potrebbe voltare le spalle al m5s per guardare all'estrema destra conclamata. Intanto, in TV Di Stefano ha funzionato eccome... e si sa che, per conquistare le urne, come hanno dovuto ammettere gli stessi grillini prima avversi e ora in pianta stabile nei talk show, la televisione in Italia è ancora fondamentale. E, ormai "sdoganata" sul piccolo schermo, alle prossime elezioni CasaPound potrebbe sorprendere.

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