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Politica
Europee, Meloni spinge Tajani e Salvini a candidarsi. 'Guerra' di preferenze
Meloni Salvini Tajani

Forza Italia con Udc e Noi Moderati. Vannacci-Lega, quasi fatta

 

Il tema viene considerato estremamente "scivoloso" e nessuno a microfono acceso vuole dichiarare nulla. Né in Forza Italia né nella Lega. La decisione praticamente certa, come ha anticipato Affaritaliani.it domenica, di Giorgia Meloni di candidarsi capolista in tutta Italia per Fratelli d'Italia alle elezioni europee dell'8-9 giugno terremota gli alleati di governo e di Centrodestra.

Antonio Tajani aveva chiesto una decisione collegiale, univoca, e che riguardasse tutti i leader della maggioranza, facendo capire che sarebbe meglio non correre per non sottrarre tempo all'azione di governo. Ma ora le cose cambiano. Fonti azzurre ai massimi livelli spiegano ad Affaritaliani.it che il ministro degli Esteri deciderà dopo il congresso nazionale di Forza Italia del 24-25 febbraio. Una fetta importante del partito, soprattutto al Centro-Sud, gli chiede di candidarsi e l'ipotesi è sempre più probabile visti i piani di Meloni. E visto soprattutto il fatto che la presidente del Consiglio non intende decidere insieme agli alleati ma autonomamente essendoci il proporzionale alle Europee.

Per quanto concerne Matteo Salvini all'inizio aveva annunciato che non si sarebbe candidato, poi il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha detto in tv "credo che non mi candiderò". Cosa che invece fece da vicepremier e ministro dell'Interno nel 2018 portando la Lega al record assoluto oltre il 35%. E' evidente che la determinazione di Meloni spiazza gli alleati che a questo punto sono costretti a rivedere i loro piani. Con Meloni in campo la candidatura di Tajani è quasi certa mentre quella di Salvini è ancora in bilico, ma dal no siamo passati al forse.

Per quanto riguarda poi Forza Italia, visto anche lo sbarramento al 4%, Tajani sta lavorando a liste che includano anche candidati dell'Udc di Lorenzo Cesa e di Noi Moderati di Maurizio Lupi per cercare di raggiungere quell'ambizioso target del 10% più volte evocato. Per la Lega invece sembra ormai certa la candidatura del generale Roberto Vannacci, nonostante alcune resistenze di eurodeputati uscenti. Il timore, spiegano sia nella Lega che in Forza Italia, è che le elezioni si trasformino in una sfida personale sulle preferenze, una lotta tutta interna al governo che potrebbe nuocere all'esecutivo e alla maggioranza. "Ma se Meloni si candida non possiamo far finta di finta", spiegano all'unisono fonti azzurre e del Carroccio.






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