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Politica
Extraprofitti, Meloni fa sul serio: tasse al 50% sui profitti sull’energia

Ecco come il governo Meloni ha deciso di ricavare risorse per finanziare e sostenere famiglie e imprese colpite dalla speculazione dei prezzi sull'energia

Il governo Meloni fa sul serio. Nella legge di bilancio 2023 è prevista l'applicazione di un'aliquota del 50% sull'ammontare del reddito complessivo di coloro che hanno fatto extraprofitti con l'energia nel suo complesso. Ma non si chiamerà tassa sugli extraprofitti energetici bensì “contributo di solidarietà temporaneo” e sarà una misura per ora valida solo per il prossimo anno, 2023.

All'inizio si era parlato di un possibile prelievo del 25% ma il governo è arrivato al 50% e la tassa varrà per tutti coloro, anche singoli, che vendono energia elettrica, gas naturale, producono, importano e distribuiscono o vendono prodotti petroliferi. Parliamo di coloro che giorno per giorno hanno tratto profitti stellare dalla speculazione energetica che sta devastando l’economia ed ha colpito in particolar modo l’Europa, Italia tra le prime. Questo tipo di contributo di solidarietà è previsto dal regolamento 2022/1854 del Consiglio dell'Unione Europea del 6 ottobre 2022 che permette la generazione di entrate supplementari a favore delle autorità degli Stati nazionali. Il fine è presto detto: ricavare risorse utili per finanziare e sostenere famiglie e imprese colpite dalla speculazione dei prezzi sull'energia.

Le bollette di luce e gas sono salate, con un’inflazione dei prezzi al consumo molto alta. Per diversi analisti, il rallentamento dei prezzi nel mese di ottobre è temporaneo e l’inverno, con una maggiore richiesta di gas ed energia, potrebbe far impennare ancora una volta i costi.

Nell'articolo 28 del disegno di legge che andrà in discussione alla Camera dei deputati viene previsto un unico prelievo per i soggetti coinvolti. L'aliquota del 50% andrà a colpire il reddito complessivo delle società relative all'anno 2022, reddito che eccede per almeno il 10% la media dei redditi complessivi del soggetto/azienda e prodotti nei quattro anni precedenti. Tale valore non potrà in ogni caso superare il 25% del valore patrimoniale netto della società nel 2021.

La relazione tecnica dello Stato stima un incasso possibile di oltre 2,5/2,6 miliardi di euro. Si calcola che l’esborso dovrebbe avvenire da circa 7000 contribuenti che hanno avuto tali profitti e per un versamento medio di 350.000 euro. Non è poca cosa, anche calcolando che la somma dovrà essere versata in un’unica soluzione entro il sesto mese dalla chiusura dell'esercizio precedente, rispetto a quello in corso al primo gennaio 2023.

Un gettito extra proveniente dalla tassazione degli extraprofitti delle multinazionali energetiche e petrolifere ma anche dei singoli potrebbe consentire a Giorgia Meloni e al suo governo di metter da parte una somma utile per continuare a ridurre le bollette salate degli italiani e investire su provvedimenti che permettano un rilancio reale dell’economia del Paese.

 

 

 

 

 

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