Giorgia Meloni premier, è la fine dell’impero radical-chic, anche dei media - Affaritaliani.it

Politica

Giorgia Meloni premier, è la fine dell’impero radical-chic, anche dei media

Di Giuseppe Vatinno

Da anni spadroneggiano soprattutto a Saxa Rubra

Il gruppo degli intellettuali che si ingrifano e grugniscono alla sola vista di una tartina imburrata al salmone o al caviale ora hanno paura perché non ci sono più i loro protettori istituzionali

 

I salotti radical–chic sono letteralmente impazziti dopo la vittoria, peraltro annunciata, di Giorgia Meloni.

Intendiamoci, il fenomeno si sta manifestando a livello mondiale ma ovviamente in Italia ha il suo fulcro.

La cricca che da anni è al potere mediatico non sa più che pesci prendere perché sono orfani del Partito democratico in primis e poi anche di altri padrini minori.

La netta, limpida e completa vittoria della leader di Fratelli d’Italia ha provocato un naturale moto di ripulsa nello zoo dei salotti buoni televisivi e delle redazioni à la mode, tutte rigorosamente situate negli atticoni dei centri storici delle principali città italiane e soprattutto in viale Mazzini e a Saxa Rubra, dove da anni imperversano e spadroneggiano questi Proci senza pietà.

Il gruppo degli intellettuali che si ingrifano e grugniscono alla sola vista di una tartina imburrata al salmone o al caviale ora hanno paura perché non ci sono più i loro protettori istituzionali.

Il principale è il Partito democratico, ex PDS, ex DS e soprattutto, ex PCI.

Ma se il PCI, dopo tutto, una sua dignità intellettuale la poteva pure avere il resto si è trasformato in una accozzaglia di malmostosi che per anni hanno vomitato acido muriatico dalle loro fauci spalancate su Almirante, Craxi, Berlusconi, Salvini, la Meloni.

Si tratta di un gruppo numeroso, ben armato e, soprattutto pericoloso. Sta sul bus della notorietà e tirano gran calci a chi cerca di salire. Proteggono solo i loro privilegi.

Spadroneggiano Wikipedia modificandone i codici e le biografie, manganellano sulle prime pagine chi non è nel mainstream, bastonano, da veri vigliacchi, soprattutto chi non è protetto e lo fanno circondandolo e dandosi man forte l’un con l’altro.

Forti con i deboli e deboli con i forti, al primo accenno di guai si danno ratti alla fuga e vanno a rifugiarsi nei comodi anfratti del Nazareno.

Il loro è più che un riflesso patellare, è una Weltanschauung, una visione del mondo, un modo di essere.

I loro politici di riferimento “parlano ai poveri e agli operai” con le mani ingioiellate e con il ghigno dei primi della classe. I loro vestiti sono di alta sartoria e meravigliosi, come i loro Suv, i loro nasi trinariciuti sono prensili e si possono storcere alla minima presenza di membri di un’altra razza, quella appunto dei poveri, di cui dicono però di essere i grandi difensori.

Dove troveranno riparo ed usbergo?

Nel centro–destra no, visto che lo hanno attaccato fino a ieri, nel Terzo Polo manco perché sono instabili e non si sa mai dove vanno a parare e c’è il rischio che schierandosi si brucino il giorno dopo, nel PD manco a parlarne visto che ormai sono alla guerra civile e che comunque fino a marzo, data del congresso, non si sa chi comanda, nei Cinque Stelle neppure visto che sono un loro bersaglio intermittente, a secondo della convenienza.

Alcuni, i più italioti, stanno già cercando di riconvertirsi rapidamente e lasciate le dorate ville di Capalbio si sono buttati sui bei giardini della Garbatella a Roma, peraltro costruita da Benito Mussolini, dove sta la signora Anna, la madre di Giorgia Meloni che però, come si dice a Napoli, è donna ma non è fessa e si ricorda benissimo di questi impollinatori professionali.

Al dire il vero la scena che stiamo godendoci in queste ore è quella del ritorno di Ulisse ad Itaca, in cui trova i Proci dentro la sua reggia che spadroneggiano da anni.

Ricordate come andò a finire?

Ulisse, aiutato dalla dea Atena, impugnò il suo possente arco, incoccò la freccia e trafisse per primo il loro capo, Antinoo, mentre stava cercando di fuggire…