Politica
La Le Pen distrugge Forza Italia. Ipotesi scissione. Insight

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
La vittoria del Front National alle Regionali francesi di domenica scorsa sta mettendo a dura prova la tenuta di Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi, già diviso tra salviniani e nostalgici del Patto del Nazareno, trova nuovi motivi per dividersi. A stoppare i falchi che esultavano per il successo di Marine Le Pen ci ha pensato Francesco Giro affermando senza mezzi termini "Io sto con Sarkozy". La posizione di Giro è anche quella di Antonio Tajani, numero uno azzurro nel Lazio e soprattutto prossimo presidente del Parlamento europeo grazie a un accordo tra Ppe e Pse. Ed è proprio la collocazione europea a mettere in crisi Forza Italia. Per Matteo Salvini e Giorgia Meloni è facile festeggiare il trionfo del FN Oltralpe, ma Forza Italia è in grande imbarazzo. E non potrebbe essere altrimenti. L'ex Cavaliere è tra i principali critici di questa Unione europea germano-centrica e a guida Angela Merkel. Ma gli azzurri a Strasburgo sono nel Ppe, ovvero il partito della Cdu-Csu della "cattiva" Cancelliera.
E non appena qualcuno nel partito cerca di avvicinarsi alla Le Pen subito spuntano i distinguo dei cosiddetti moderati. Non solo Giro e Tajani ma anche l'europarlamentare Lara Comi (sempre pronta a contestare il leader del Carroccio) e il capogruppo al Senato Paolo Romani, per nulla convinto dell'alleanza con Salvini. Berlusconi cerca di tenere i piedi in due scarpe ma prima o poi i nodi vengono al pettine. Il Ppe contesta a Forza Italia lo stretto rapporto con Lega e Fratelli d'Italia. E, per motivi opposti, Salvini e Meloni chiedono all'ex premier di fare chiarezza sulla collocazione Ue. Se Berlusconi rompesse con il Ppe, come in molti nel partito gli chiedono di fare, perderebbe per strada una fetta consistente di eurodeputati e di parlamentari italiani. E comunque non saprebbe poi in quale gruppo iscriversi a Strasburgo.
Quello della Le Pen e di Salvini è "troppo estremista", quello di Farage è occupato dai 5 Stelle mentre i Conservatori e Riformisti di David Cameron (una sorta di via di mezzo tra il Ppe della Merkel e la destra estrema del Front National) vedono tra le loro fila l'odiato (da Berlusconi) Raffaele Fitto. In sostanza Berlusconi è costretto a restare nel Ppe, almeno per ora, e a cercare di arginare le contraddizioni che in Europa e in Italia emergono sempre con maggiore evidenza. Sullo sfondo resta l'ipotesi di un'ulteriore drammatica scissione. L'ex Cav lavora per evitare questo scenario ma tenere insieme chi vuole restare con la Merkel e chi tifa per la Le Pen è sempre più difficile.