Politica
Foti a New Direction Academy: "Il problema della magistratura italiana? Correntismo e politicizzazione"
Il ministro Tommaso Foti tra i protagonisti della tre giorni dei conservatori a Igea Marina è intervenuto sulla riforma della separazione delle carriere: "Una battaglia di libertà, non è una battaglia di vendetta politica"

Tommaso Foti
Foti a New Direction Academy: "Il problema della magistratura italiana? Correntismo e politicizzazione"
Tre giorni di confronti di alto livello per la seconda edizione di "New Direction Academy", la scuola di formazione politica europea promossa dall'europarlamentare di FdI-Ecr Mario Mantovani con Fondazione New Direction. A Igea Marina dal 5 al 7 settembre sono intervenuti tra gli altri alcuni degli esponenti di spicco di Fratelli d'Italia e dei conservatori europei come il capo delegazione di FDI-ECR Carlo Fidanza e il vicepresidente del Parlamento UE Antonella Sberna, i Ministri Tommaso Foti e Daniela Santanché, il capo della segreteria politica di FDI Arianna Meloni e il responsabile Organizzazione di FDI Giovanni Donzelli.
Tra i panel che hanno animato la tre giorni, particolarmente denso di spunti di riflessione quello della serata di sabato intitolato “Governing with identity: culture, territory and communication” presentato da Lucrezia Mantovani con il capo delegazione FdI Ecr Carlo Fidanza, il Ministro per gli Affari Europei Tommaso Foti e in collegamento da remoto il Ministro del Turismo Daniela Santanchè, moderati da Fabio Massa giornalista ed editore di Affaritaliani.it. E' stato anche proiettato un videomessaggio di Radek Fogiel, membro del New Direction Advisory Board. I relatori hanno spaziato a tutto campo, parlando di riforma della giustizia, dazie ed economia mondiale, turismo.
Foti: "Magistratura italiana, tra correntismo e politicizzazione"
Nel suo intervento, Tommaso Foti ha affrontato il tema della giustizia in Italia, sottolineando come i problemi che oggi caratterizzano la magistratura abbiano radici lontane. "Il problema della giustizia in Italia non è un problema nuovo", ha detto, ricordando l’esperienza di Mario Mantovani come emblematica di quello che definisce "uso politico della giustizia".
Foti ha chiarito subito la sua posizione: "Io ho sempre ritenuto, essendo un uomo di destra, che non si debbano attaccare i magistrati in quanto magistrati. Ognuno svolge egregiamente la sua professione, ma se la svolge con imparzialità". Poi l’affondo: "Il vero problema della magistratura italiana è il correntismo e la politicizzazione, l’uso politico della giustizia. E non dimentichiamoci che è una vicenda che nasce nel 1994". Il riferimento è al caso in cui l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi scoprì dal Corriere della Sera di essere stato raggiunto da un avviso di garanzia mentre era impegnato in un incontro internazionale a Napoli. "Il grave non è se fosse giusto o non giusto quell’avviso di garanzia – ha spiegato – ma che nel momento in cui lo usi come una clava, e lo usi perché l’opinione pubblica percepisca subito l’indagato come un condannato, allora si altera l’equilibrio tra i poteri".
Da qui la difesa della riforma con la separazione delle carriere, spesso al centro del dibattito politico. "Attenzione – ha precisato Foti – separare le carriere non significa mettere il pubblico ministero sotto il cappello del potere politico. Significa semplicemente che chi deve sostenere l’accusa sostiene l’accusa, ma non ha condizionamenti con chi deve giudicare anche come le indagini sono state svolte. Questa è una battaglia di libertà, non è una battaglia di vendetta politica".
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera ha voluto ribadire che non c’è alcun intento punitivo verso la magistratura: "Questa riforma non tocca chi lavora con abnegazione, con rispetto delle regole e con imparzialità. Dà fastidio soltanto a chi pensa di non essere terzo ma di essere giocatore in una partita dove lui ha l’obbligo di vincere e la controparte deve essere comunque destinata a perdere. Questo è lo squilibrio".
Un passaggio è stato poi dedicato anche ai cittadini comuni, spesso travolti da procedimenti che finiscono sui giornali prima ancora che gli atti vengano notificati agli interessati. "Il vero problema non è l’amministratore indagato – ha affermato – ma le centinaia di migliaia di persone che si trovano indagate a loro insaputa. Vi rendete conto cosa vuol dire? Che il vicino di casa legge sul giornale che tu sei indagato e tu sei in ospedale senza aver ricevuto alcuna notifica". Una pratica che Foti ha definito lesiva della libertà individuale: "La libertà di poter dire che alcuni provvedimenti sono una porcata deve essere consentita".
Il discorso si è concluso con un appello alla mobilitazione del centrodestra in vista del referendum sulla giustizia: "Quel referendum non è politico, è un referendum di libertà. Se passa, cambia il rapporto tra politica e giustizia ma soprattutto tra cittadino e giustizia".
Fidanza: "Dazi, trovare una risposta comune senza sottomettersi alla Cina"
Fidanza ha aperto la sua riflessione partendo da una fotografia che ritrae i leader presenti al summit di Pechino. "In quella foto di Pechino erano ritratti i leader di nazioni che nel 2001, prima dell’ingresso della Cina nel WTO, contavano il 5% del PIL mondiale. Oggi, a distanza di 24 anni, contano il 25% del PIL mondiale", ha sottolineato, parlando di una vera e propria "sfida enorme" per l’Europa.
Secondo Fidanza, l’Occidente appare in una fase di arretramento, mentre "il peso, l’importanza e la centralità dell’Occidente così come noi lo abbiamo conosciuto sembra ritrarsi quasi paurosamente rispetto alla forza dimostrata da grandi nazioni, da giganti direi, che pure tra di loro si sono spesso guardati in cagnesco". Un riferimento esplicito al rapporto tra Cina e India, "due grandi nazioni che in passato hanno avuto anche scontri militari, eppure oggi trovano forme di collaborazione strategica".
Il cuore del discorso è stato dedicato all’unità dell’Occidente. "Questa è la sfida più importante – ha ribadito – e Giorgia Meloni non si stanca di ripeterlo: dobbiamo ritrovare le ragioni dell’unità dell’Occidente". Unità che, secondo Fidanza, viene minata dalle difficoltà interne di alcuni leader europei. "Pensiamo al Presidente Macron, a governi in evidente difficoltà in patria, coalizioni sgangherate che rischiano di cadere da un momento all’altro. La Francia oggi è la vera malata d’Europa. E lo diciamo senza compiacimento, perché le nostre economie sono interconnesse: quando una grande nazione vicina va in crisi, poi l’effetto contagio può riguardare anche l’Italia".
L’Italia, però, viene descritta come protagonista di un vero cambio di passo. "Qualche anno fa, durante la crisi del 2008, l’Italia era indicata ed etichettata come la grande malata d’Europa. Oggi, grazie al governo Meloni, l’Italia è invece una delle nazioni più attrattive d’Europa, il governo più saldo dell’Unione Europea, la leadership che ha la continuità e la credibilità più alta".
Nel ragionamento di Fidanza non è mancato un riferimento al dibattito sui dazi e ai rapporti con gli Stati Uniti. "Non tutto quello che fa il presidente Trump evidentemente è giusto e non tutto è condivisibile", ha detto, "ma il tema è ritrovare una prospettiva comune. Pensare di rompere l’asse tradizionale transatlantico solo perché qualcuno non si è rassegnato alla sconfitta elettorale degli amici d’oltreoceano significa fare un errore drammatico. Rompere quella solidarietà è la fine dell’Occidente, noi ci facciamo male".
Per Fidanza, quindi, la strada è chiara: "La risposta ai dazi non può e non deve essere tornare a sottometterci alla Cina, che è stato il nostro principale fattore di disgregazione economica degli ultimi decenni. Questo è l’errore che non dobbiamo fare, e Giorgia Meloni è presidio affinché ciò non avvenga".
Santanchè: "Turismo in ottima salute, abbiamo superato la Francia"
Collegata da remoto, la ministra Daniela Santanché si è soffermata sullo stato di salute del turismo italiano, che secondo la ministra gode di ottima forma. "Quest’anno il turismo metterà ancora il segno più davanti. A giugno abbiamo avuto 17 milioni di arrivi, oltre 59 milioni di presenze e una permanenza media di 3,5 giorni. Rispetto al 2024 segniamo un +13,43%. Ancora meglio vanno i dati sugli stranieri, con un +20,63%".
Santanché ha voluto respingere le critiche sulle spiagge vuote di questa estate: "È evidente che l’opposizione fa il suo lavoro e si oppone ai successi del governo, ma i numeri parlano chiaro. Abbiamo avuto un’impennata del turismo montano e una crescita a due cifre nei cosiddetti mesi spalla, maggio e giugno. Anche settembre segna un livello di saturazione molto alto. Il turismo è assolutamente in ottima salute".
La ministra ha anche ringraziato il settore per la capacità di reagire dopo la pandemia: "Dobbiamo ricordarci il 2020, quando il Covid chiuse il mondo. Gli imprenditori e i lavoratori hanno dimostrato resilienza, passione e visione. Oggi il turismo sta diventando per la nostra nazione una potente industria".
Un tema centrale è quello dell’“overtourism”, rilanciato dalla sinistra nei mesi estivi. "Il 75% dei turisti si concentra sul 4% del territorio nazionale – ha spiegato Santanché –. Ecco perché dobbiamo parlare di under tourism, valorizzando le aree interne e le isole minori. È su quel 96% di territorio ancora poco sfruttato che stiamo lavorando".
Riguardo al ruolo dell’Europa, Santanché ha riconosciuto alcuni progressi, ma ha chiesto più risorse dedicate. "Il commissario ha introdotto il codice per le recensioni, un passo importante, perché sappiamo che ci sono pacchetti di recensioni false che decretano la vita o la morte di un’impresa. Noi estenderemo la misura anche alla ristorazione. Ma resta un problema enorme: in Europa non c’è un budget per il turismo. Come si può parlare di turismo senza fondi dedicati?".
La ministra ha poi rivendicato alcuni risultati di rilievo: "Per la prima volta nella storia il nostro Paese ha superato la Francia per arrivi turistici. Nel turismo congressuale siamo secondi al mondo solo agli Stati Uniti. Sono soddisfazioni per tutti noi, frutto del lavoro di governo, imprenditori e lavoratori. Lo ripeto sempre: da soli non si vince".
Infine, Santanché ha ricordato le misure varate a sostegno dei lavoratori del settore: "Abbiamo ridotto la tassazione sulle mance al 5%, introdotto la decontribuzione per straordinari e festivi, e destinato 120 milioni all’housing sociale per i lavoratori del turismo. La casa è un elemento fondamentale, per questo abbiamo previsto risorse sia per calmierare gli affitti sia per realizzare alloggi dedicati". Un bilancio che, nelle parole della ministra, mostra "un’Italia sempre più attrattiva, che sta costruendo basi solide per fare del turismo una delle sue industrie più forti e competitive".