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Politica
Gaza, disfatta etica dell’Occidente
Gaza

L’Europa è pronta a farsi carico di una colpa, quella di complicità in genocidio del popolo palestinese che, nella migliore delle ipotesi, si porterà sulle spalle in saecula saeculorum?

 

Mentre non si placa l’ondata di indignazione popolare per il permanente massacro di civili a Gaza – che è bene ricordare, una volta di più, che non ha nulla a che fare con la guerra ad Hamas -, divenuta ancora più massiccia in seguito all’uccisione premeditata dei 7 cooperanti della World Central Kitchen, assassinati dall’esercito israeliano lo scorso 2 aprile, i governi occidentali mascherano la loro complicità nel genocidio palestinese invocando un “cessate il fuoco” che sono loro stessi a rintuzzare.

Un’ipocrisia insostenibile dal momento che Israele continua ad essere illegalmente armata dagli Usa e dai paesi europei, in testa ai quali ci sono Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia.

Al di là dei proclami, nessuna azione concreta è stata messa in campo per tutelare la vita di un’intera popolazione inerme. Due milioni e mezzo di innocenti, per lo più stipati a Rafah, che attendono con angoscia la mattanza finale che Netanyahu ha giurato di attuare, costi quello che costi.

Com’è noto, sulla base della Carta delle Nazioni Unite del 1945, la continua e massiccia fornitura di armi a un paese in guerra viola una delle condizioni che sostanzia la neutralità descritta nella carta. Alla luce di quest’obbligo inderogabile, risulta dunque innegabile che le nazioni occidentali, europee e statunitensi, abbiano ipocritamente rinunciato da tempo alla loro neutralità – un esempio eclatante è il caso dell’Ucraina - e nel caso di Gaza e dei palestinesi si siano rese complici del genocidio in corso, malgrado il crescente e opposto sentire delle loro opinioni pubbliche.

Lo scorso 8 aprile il Nicaragua ha accusato la Germania di complicità nel genocidio dei palestinesi davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia. Secondo l’accusa starebbe «facilitando la commissione di un genocidio» attraverso l’invio di attrezzature militari e la sospensione dei finanziamenti all’UNRWA (agenzia ONU per i rifugiati palestinesi), violando anche la Convenzione sul Genocidio. La Germania è il secondo principale fornitore di armi a Israele dopo gli Stati Uniti. Secondo i dati del ministero dell’Economia tedesco, solo nel 2023 ha inviato a Israele l’equivalente di 326,5 milioni di euro in attrezzature militari e armi.

La Francia, che si è recentemente unita all’Egitto e alla Giordania nella richiesta per l’ennesimo cessate il fuoco, in questo caso permanente, non solo non si premura di mettere in campo azioni concrete per attuarlo, ma segretamente continua a inviare armi a Israele. Un’inchiesta dei media investigativi indipendenti francesi Disclose e Marsactu, ripresa anche da Mediapart, emersa lo scorso 25 marzo 2024, ha rivelato che “la Francia ha autorizzato, alla fine di ottobre 2023, la consegna a Israele di almeno 100.000 cartucce per mitragliatrici, utilizzate in questi mesi contro i civili a Gaza, strage del pane inclusa”. Partiti in segreto dal porto di Marsiglia con un carico targato Eurolinks, noto produttore di equipaggiamenti militari con sede a Marsiglia, fra i principali partner delle industrie di munizioni in tutto il mondo, questi proiettili delegittimano platealmente il governo Macron e le sue ipocrite richieste di cessate il fuoco.

Per quanto riguarda la Gran Bretagna, la notizia del giorno è che proseguirà nell’invio di armi a Israele. Il ministro degli Esteri David Cameron, malgrado affermi di nutrire ancora “gravi preoccupazioni riguardo alla situazione umanitaria a Gaza”, ha dichiarato che “Londra può continuare ad esportare armi verso Israele”. Inoltre ha anche affermato che la decisione “è coerente con il consiglio che io e altri ministri abbiamo ricevuto”, aggiungendo che “come sempre terremo la posizione sotto controllo”.

La domanda retorica sorge spontanea: da chi hanno ricevuto il consiglio?

In controtendenza è l’Olanda, dove ha fatto scalpore la decisione della Corte d’Appello dell’Aia che a febbraio scorso ha ordinato al governo olandese lo stop all'invio di parti degli aerei militari F-35 verso Israele “a fronte dell’evidente rischio che nella Striscia di Gaza vengano commesse gravi violazioni del diritto umanitario da parte dei jet da combattimento israeliani” i quali, sempre secondo quanto riportato nella decisione, “Non terrebbero sufficientemente conto delle conseguenze sui i civili durante i loro attacchi".

E l’Italia? Con rammarico bisogna ammettere che non facciamo una bella figura nemmeno noi. Asservito agli ordini di scuderia che costringono a proseguire in questa corsa forsennata all’armamento di paesi belligeranti, già armati fino ai denti come l’Ucraina e Israele, anche il governo di Giorgia Meloni è complice del genocidio palestinese in corso.

Un’inchiesta giornalistica condotta da Duccio Facchini, apparsa sulla rivista economica indipendente Altraeconomia il 13 marzo 2024, smentisce il Governo Meloni e le sue rassicurazioni pubbliche circa “un blocco totale operato nei confronti delle esportazioni di armi e munizioni verso Tel Aviv”. I dati dell’Istituto nazionale di statistica riportati nell’inchiesta inoltre “gettano una luce sinistra anche su altre tipologie di esportazioni, in particolare su componenti per velivoli ad uso militare partiti dalla provincia di Varese, dove ha sede la Alenia Aermacchi (gruppo Leonardo)”. Nell’inchiesta è riportato che “Nel solo mese di dicembre del 2023, nel pieno dei bombardamenti da parte di Tel Aviv sulla Striscia di Gaza, l’export italiano di “Armi e munizioni” ha toccato quota 1,3 milioni di euro”.

Mediocri e miopi calcoli economici stanno facendo scempio dell’etica occidentale, alla base della quale ci sono due elementi fondamentali e imprescindibili. Il primo è il rispetto della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, che all’articolo 3 recita che “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”. Il secondo è l’autodeterminazione dei popoli, sulla base della quale ogni popolo non solo ha diritto di scegliere liberamente il proprio sistema di governo ma ha diritto di essere libero da ogni dominazione esterna, in particolare coloniale.

Fatta a pezzi l’etica che la sostanzia, l’Europa è pronta a farsi carico di una colpa, quella di complicità in genocidio del popolo palestinese che, nella migliore delle ipotesi, si porterà sulle spalle in saecula saeculorum?






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