Gennaro Migliore: l'opportunismo al potere - Affaritaliani.it

Politica

Gennaro Migliore: l'opportunismo al potere

Giuseppe Vatinno

 

Gennaro Migliore è una pantera o meglio è nato con un movimento studentesco degli anni ’90 che prende il nome da una pantera misteriosamente avvistata a Roma in quegli anni. Anni di lotte, di tonno in scatola, di condivisione sociale per cambiare il mondo e quindi Gennaro da Napoli appena finito lo scientifico ad Afragola non poteva non approdare a “Rifondazione Comunista” di Fausto Bertinotti e lì comincia la sua carriera politica.

Giovinotto ben vestito, sempre con giacca e cravatta secondo i dettami leninisti, aspetto florido, si fa tutta la gavetta nel partito dal 1993 al 2008 quando fiuta che ormai Bertinotti sta tramontando e si tuffa in “Sinistra, Ecologia e Libertà” di Vendola di cui sfrutta la spinta propulsiva entrando in Parlamento  fino al 2014, anno in cui è folgorato da Matteo Renzi e dopo un breve periodo di decantazione (per non farla troppo evidente) diventa finalmente “governativo” nel gennaio 2016, ottenendo il prestigioso ruolo di sottosegretario alla Giustizia.

Insomma, non male per uno che si era nutrito fino a poco tempo prima di Marx e Lenin ed ora governa con gli odiati borghesi.

Infatti Renzi non pare molto schierato sui sacri valori comunisti ma questo non importa molto a Gennaro che continua imperterrito a veleggiare in TV e sui giornali fino al recente -e scontato- endorsement per il “Sì” al referendum prossimo venturo contro la stessa Costituzione voluta soprattutto dagli Antichi Padri comunisti.

Ma Gennaro è allievo di Togliatti -se ci si permette lo spropositato paragone- e quindi ben abituato al pragmatismo socialista, alla doppiezza e cioè a sfruttare cioè le contraddizioni dell’odiato “sistema” per scardinarlo sapientemente (e comodamente) dall’interno e poco importa se Renzi è odiato dall’intera sinistra e fa politiche di destra.

Poco importa se con il “Sì” si è imbarcato con nemici storici di destra come Verdini ed Alfano, questi sono particolari insignificanti perseguendo le ottocentesche e leopardiane “magnifiche sorti e progressive” (più sue che dei lavoratori).

L’importante è che ci si infili nelle stanze dei bottoni per aiutare il popolo, i poveri, gli afflitti e i miserabili del mondo, gli ultimi, i senza rappresentanza; tutto il resto sono maliziose insinuazioni dei reazionari controrivoluzionari.

Hasta la victoria siempre! Comandante Gennaro.