Governo, Speranza alza la voce: "Perchè illudere le persone.Niente riaperture"
Il ministro della Salute è per la linea più rigida: "Con la variante inglese la zona gialla non ce la possiamo permettere"
Governo, Speranza alza la voce: "Perchè illudere le persone. Niente riaperture"
Il Coronavirus in Italia fa paura. Preoccupa il diffondersi delle varianti, in particolare quella inglese, ormai estesa in tutto il Paese. Ma il dato più allarmante è quello relativo alle terapie intensive, tornate a livelli di occupazione di un anno fa e ai decessi, una cifra che non accenna a diminuire. Nonostante il tentativo del premier Draghi di mediare con le forze di governo che spingono per le riaperture, la Lega su tutte. Dal ministro della Salute Speranza - si legge sul Corriere della Sera - arriva uno stop deciso. "Perché dobbiamo illudere le persone?" ripete il ministro della Salute, per il quale la verifica dei dati c’è già ed è quella che fanno ogni venerdì gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Al leghista Massimiliano Fedriga, che ha insistito con la richiesta di ripristinare nel decreto la fascia gialla, Speranza ha risposto che i numeri restano preoccupanti. "Gli scienziati del Cts hanno detto che con la variante inglese la zona gialla non ce la possiamo permettere —ha ammonito il ministro della Salute —. Potremo ripristinarla solo quando avremo un numero sufficiente di vaccinati".
Che il livello di attenzione sui contagi resti altissimo - prosegue il Corriere - lo ha fatto capire il presidente della Protezione civile Fabrizio Curcio, quando a Genova, prima della riunione con l’ex presidente della Bce, ha detto «siamo in guerra, servono norme da guerra». L’accordo per somministrare i vaccini nelle farmacie, siglato da Speranza, è una di queste. E un’altra norma da guerra è la bozza del decreto-aprile. Per contenere al massimo gli assembramenti e impedire che riparta la movida, l’Italia resterà in fascia arancione e rossa fino al 30 del mese. E c’è un altro delicatissimo aspetto sul quale Draghi ha tenuto il punto: le scuole. Per diversi presidenti leghisti tenerle aperte non è la priorità, soprattutto se bar e ristoranti restano chiusi.
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