"Gualtieri è il ministro delle tasse. Dal voto a Roma un segnale al governo"
Parla Maurizio Leo, candidato del Cdx alle elezioni suppletive
Domenica si svolgeranno a Roma le elezioni suppletive per il seggio della Camera lasciato libero da Paolo Gentiloni. Maurizio Leo, intervistato da Affaritaliani.it, sfiderà come candidato unitario del Centrodestra il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
Questo confronto ha un significato politico nazionale?
“Certamente. Ho chiesto più volte al ministro Gualtieri di confrontarci, ma ha ritenuto di non accettare. E’ chiaro che se il titolare dell’Economia dovesse essere sconfitto, oltretutto in un collegio considerato in partenza appannaggio del centrosinistra, il segnale al governo sarebbe forte e a Palazzo Chigi dovrebbero prenderne atto. Vorrebbe dire che la politica economica del governo non è condivisa”.
Dal punto di vista della visione economica cosa la differenzia da Gualtieri?
“Siamo su posizioni opposte. Io sono per una riduzione del carico fiscale, mi batto da sempre per un fisco equo, ci sono 40 anni di attività professionale e politica a testimoniarlo. Ho dato prova di muovermi in questa direzione presentando il progetto della Flat Tax incrementale che rappresenta uno stimolo a lavorare e guadagnare di più al contrario di una impostazione che penalizza chi cerca di migliorare la propria situazione reddituale. E poi ho un’idea di come poter ridurre le aliquote presentando un’Irpef diversa con adeguate coperture finanziarie. Gualtieri, invece, vuole mettere e ha messo nuove tasse”.
Come ridisegnerebbe il fisco italiano?
“Oggi abbiamo cinque aliquote: 23, 27, 38, 41 e 43. Se ne tagliassimo due nella fascia di mezzo potremmo aiutare le fasce dei redditi medio bassi e dare un grande impulso all’economia italiana”.
Dove individuerebbe le coperture?
“Abolendo il reddito di cittadinanza. Con il taglio delle aliquote e la detassazione incrementale si potrebbe mettere in piedi davvero un nuovo modello di Irpef”.
In realtà anche il governo parla di una riforma dell’Irpef.
“Il governo non ha nel suo DNA la capacità di produrre crescita. All’orizzonte si vede una riforma dell’Irpef con una rimodulazione dell’IVA - che vuol dire un aumento dell’IVA - e una revisione delle rendite catastali. Parlando anche di un sistema fiscale interamente progressivo. Tutte misure che finiranno inevitabilmente per pesare sulle tasche di tutti noi”.
Lei si presenta in un collegio che rappresenta il Centro Storico della Capitale. Cosa le chiedono i cittadini romani che ha incontrato in queste settimane?
“Le priorità sentite da tutti i cittadini del collegio elettorale sono la lotta al degrado, la tutela del decoro urbano, la richiesta di maggiore sicurezza, la lotta all’abusivismo commerciale. Fa male a tutti vedere Roma, la culla della civiltà, ridotta in questo modo. La mia intenzione è innanzitutto quella di rafforzare i presidi delle forze dell’ordine. Poi bisogna dare un nuovo impulso alla raccolta dei rifiuti. L’unica cosa puntuale oggi è il bollettino per il pagamento della Tari, ma a fronte di questa tassa non ci sono servizi adeguati, tanto è vero che molti hanno presentato istanza di rimborso e le commissioni tributarie stanno accogliendo i ricorsi. Io stesso sono pronto a sostenere e facilitare ricorsi di questo tipo. Roma oggi è una città sostanzialmente non governata. L’immagine degli abusivi che vendono per strada praticando concorrenza sleale a negozi a pochi metri di stanza costretti a pagare tasse e tariffe non è tollerabile. Bisogna cambiare registro, sfruttare le enormi potenzialità della Capitale e dimostrare che non siamo condannati al declino”.
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