I comunisti gli unici che avanzano a sinistra - Affaritaliani.it

Politica

I comunisti gli unici che avanzano a sinistra

Alberto Maggi

Intervista di Affaritaliani.it al leader del Pc Marco Rizzo

La piccola onda rossa dei comunisti. Rizzo raddoppia i voti, mentre la sinistra crolla.

 

Non farà scalpore e pochi lo avranno notato, ma tra gli analisti e nelle stanze dei partiti il dato non è passato inosservato. Nel panorama di una sinistra che esce sconfitta in Italia e ridimensionata in tutta Europa, l’unica eccezione è il Partito Comunista. La formazione guidata da Marco Rizzo raddoppia sorprendentemente i propri voti, passando in poco più di un anno dai 106.182 delle elezioni politiche a 235.542, che corrisponde in termini percentuali dallo 0,3% allo 0,9%. Nei grafici che girano sul web il PC di Rizzo è l’unica formazione che aumenta i voti assoluti e percentuali oltre Lega e Fratelli d’Italia. Sul voto ha pesato anche la forte componente giovanile, presente vistosa nelle piazze e anche sul web. Un piccolo esercito che è stato determinante per il raddoppio del voto ai comunisti. L'intervista a Marco Rizzo.

 

Rizzo, siete gli unici a sinistra che aumentano i voti. Un risultato che oggi è più unico che raro…

Niente da gioire in termini assoluti sia chiaro. La situazione è difficile, la destra è avanzata, c’è una fortissima astensione che coinvolge principalmente le fasce popolari. Solo un cretino avrebbe da gioire in questo quadro. Però è vero. Raddoppiamo i voti ed è un buon segnale. Anche perché in tutto il continente europeo siamo tra i pochissimi a sinistra a farlo. Significa che il lavoro fatto fino ad ora non è stato sbagliato. La strada è lunga e per riconquistare la fiducia ci vuole tempo.

 

Per il resto l’esito delle elezioni conferma le previsioni dei sondaggi: la Lega vince, i sovranisti avanzano in tutta Europa. Quale è il vostro giudizio?

L’esito è in linea con le nostre previsioni. Era scontata, purtroppo, la vittoria della Lega e l’avanzata o conferma delle forze nazionaliste in altri Paesi europei. Però la questione mi sembra un po’ più complessa a livello continentale. Perché se è vero che avanzano i nazionalisti, avanza anche un blocco europeista che si sposta verso liberali e verdi. Quindi la risposta all’antieuropeismo diventa ancora più liberista e pro austerità. La vera sconfitta insomma è la sinistra.

 

Il GUE/NGL, il gruppo dove siedono le formazioni di sinistra esce ridimensionato, così come i socialisti. Perché?

Più volte abbiamo detto che la sinistra che non fa la sinistra apre alla vittoria della destra. I socialdemocratici perdono terreno perché hanno fatto politiche antipopolari. Ma anche il GUE ne è in parte responsabile, come nel caso della Grecia, dove al governo c’è la sinistra di Syriza. Una sinistra che collabora con la UE e con i governi viene punita.

 

In Italia si è parlato molto del pericolo fascista ma alla fine le due formazioni di estrema destra hanno preso pochi voti e in forte calo. Un pericolo immaginario?

Avevamo detto chiaramente che la strategia del PD e del fronte europeista era gridare al fascismo per spingere al voto utile. Insieme le formazioni neofasciste prendono metà dei nostri voti, pur avendo usufruito di spazi mediatici nettamente superiori. Anche oggi i giornali inseriscono nelle grafiche i loro risultati e non i nostri, che è un paradosso visto che noi siamo sopra di loro!

 

A sinistra tutti invocano unità. Sarà per le prossime elezioni?

Non si vive di sole elezioni intanto. L’unità fatta di cartelli elettorali non porta a nulla e viene sistematicamente sconfitta. Non è questione di quanti siamo, e se ci mettiamo insieme, ma di cosa diciamo e soprattutto facciamo. C’è una questione comunista da risolvere, e qui cercheremo la massima unità con chi condivide con noi la contrarietà all’UE, all’euro e alla Nato ed è disposto a lottare per un altro modello di società. Il PD e la sinistra che si è pesata a queste elezioni per capire quanti seggi chiederà al PD non sono in questo elenco.

 

Molti sono stupiti dalla presenza di tanti giovani nelle vostre fila. Il comunismo attira i giovani?

Chi vive sulla propria pelle il significato della precarietà e dell’assenza di un futuro dignitoso capisce che c’è bisogno di lottare per un’altra società. Non ci sono ricette miracolose. Abbiamo un’organizzazione giovanile che fa un grande lavoro, davvero scuola per scuola, università per università. Abbiamo un gruppo dirigente fatto di giovani e non perché sono giovani, ma perché sono bravi. Con queste premesse il futuro non ci spaventa.