Il cattolico Renzi prigioniero delle minacce dei cattolici - Affaritaliani.it

Politica

Il cattolico Renzi prigioniero delle minacce dei cattolici

Di Ernesto Vergani

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è come smarrito tra il suo essere cattolico e il mondo cattolico in generale. Si pensi all’intervista rilasciata ad Alberto Maggi su Affaritaliani.it da Massimo Gandolfini, portavoce del Family Day.

Colpiscono, più delle critiche di Galdolfini al risultato del ddl sulle Unioni civili così come approvato in prima seduta al Senato,  l’accusa al metodo non democratico che ha portato al maxiemendamento del governo. Gandolfini parla di deriva democratica. Riporta in sostanza quanto più volte scritto su  queste colonne: nuova legge elettorale (Italicum), riforma costituzionale e appiattimento della stampa sulle posizioni del governo indebolirebbero la democrazia.

Si pensi anche alla reazione della Chiesa ufficiale, cui probabilmente si rifà quella parte cattolica cui, sempre circa le Unioni civili, si devono dichiarazioni come: “Abbiamo evitato una cosa contro natura” oppure “Tutti i bambini hanno diritto a un papà e a una mamma”.

Matteo Renzi replica a Gandolfini e minimizza. Nell’ultima e-news il premier parla di conferenza stampa “improvvisata” di Gandolfini, e scrive:  “Purtroppo è una caratteristica ormai consueta di molti della cosiddetta società civile (e anche qualche sindacalista): una manifestazione, tre telecamere, due talk e zac, la politica politicante li ingloba subito nel sistema.”

Nel caso della Chiesa ufficiale, Renzi  ha sostenuto che “La politica non la fanno i vescovi”. Ma a dire il vero un po’ la Cei (Conferenza episcopale italiana) ha fatto politica, visto il compromesso cui si  è arrivati (stralcio della “stepchild adoption”).

Di fatto un premier cattolico è ostaggio dei mondo cattolico. Certo Renzi ha detto che andrà nelle parrocchie e i “Comitati per il sì” al referendum sulle riforme di ottobre, affidati a Maria Elena Boschi, si confronteranno con le realtà cattoliche sul territorio.

Dalla nascita della Repubblica (e ovvio anche prima visto che il Vaticano è dentro Roma), la Chiesa condiziona pesantemente la politica italiana. Se è vero che questo è il governo del cambiamento, una svolta laica, un chiaro taglio col passato gioverebbero alla democrazia italiana.