Il rilancio dello Ius Soli da parte di Enrico Letta nel giorno della sua incoronazione a segretario del Partito Democratico non ha soltanto una valenza interna, ovvero quella di ricompattare il Pd su un tema sul quale tutte le correnti concordano e non hanno alcun rilievo da muovere. Infatti, perfino i renziani di Italia Viva (e lo stesso Matteo Renzi) si sono sempre detti a favore della cittadinanza ai figli degli immigrati nati nel nostro Paese.
L'idea di riproporre lo Ius Soli in questa fase politica, con l'ovvia levata di scudi della Lega e in parte anche di Forza Italia, è un segnale politico al Movimento 5 Stelle. Durante il governo Conte II, erano stati i grillini a dettare l'agenda - dal taglio del numero dei parlamentari alla decurtazione dello stipendio di deputati e senatori (solo per fare due esempi) - con proposte divisive e forti, oggi Letta vuole ribaltare lo scenario all'interno della nascente coalizione di Centrosinistra: sono i Dem, con lo Ius Soli ma non solo (altre proposte seguiranno) a fare da apripista e i 5 Stelle dovranno inseguire, rincorrere e mediare.
Non a caso dai pentastellati, che non hanno mai ritenuto quella della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati in Italia, una priorità, non sono arrivati commenti ufficiali. Evidente l'imbarazzo del M5S, su un tema molto di sinistra che rischia di lacerare ulteriormente il Movimento. La strategia del nuovo segretario Letta si inquadra perfettamente con le parole chiare e inequivocabili sul Pd motore della coalizione.
I Dem dell'ex presidente del Consiglio non saranno più a rimorchio del M5S e di Giuseppe Conte, ma intendono dettare l'agenda politica e costringere gli alleati ad adeguarsi. Insomma, un segnale di forza da parte di Letta, che nel Pd non leggono tanto in chiave anti-Salvini (scontato il no della Lega) quanto in chiave anti-5 Stelle. O meglio, per avvisare Conte, Di Maio e soci che la musica è cambiata e da adesso in poi il Pd intende guidare la coalizione e l'alleanza, sia alle elezioni comunali dell'autunno sia (soprattutto) alle prossime elezioni politiche.
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