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Politica
Napolitano

"Non sono generici 'saggi', ma personalita' scelte con criteri oggettivi in funzione del lavoro gia' svolto e del ruolo ricoperto". Twitta cosi' Pasquale Cascella, portavoce di Giorgio Napolitano, a reagire alle critiche che crescono nei confronti delle due commissioni di esperti e politici nominate da Giorgio Napolitano per uscire dall'impasse. Piu' che un'impasse, con l'avanzare delle ore pare essere un vicolo cieco. Dopo una prima ondata di alto gradimento, con il passare delle ore crescono i dubbi e le perplessita', soprattutto da parte del centrodestra. Il Pdl, nonostante il giorno festivo avrebbe potuto ispirare ipotesi piu' rilassate, insiste sul far presto e sulla necessita' che Mario Monti lasci comunque il prima possibile Palazzo Chigi. L'alternativa (non si sa se temuta o auspicata) e' quella delle elezioni anticipate. In questo modo i dieci commissari, che domani verranno ufficialmente insediati (nessuna cerimonia formale e pubblica), iniziano la loro difficile opera tra sguardi che, nella migliore delle ipotesi, sono scettici. "Mi ricordo parecchie commissioni di saggi, nella mia lunga vita politica. E i risultati non sono mai stati brillantissimi", evoca con un pizzico di perfidia Emma Bonino, "Il problema e' che questo comitato non rappresenta la societa' italiana. Rappresentera' la partitocrazia italiana, ma non la societa'". Dal Pdl, poi, e' una cascata di distinguo e preciso. "I saggi possono dare delle indicazioni e suggestioni positive ma a loro volta non possono certo sostituirsi ne' al Parlamento neoeletto ne', tantomeno, alla necessita' di dar vita ad un nuovo governo che e'l'unico abilitato ad avere rapporti positivi con il nuovo Parlamento, nelle Commissioni e in Assemblea", chiosa Fabrizio Cicchitto, evocando un esecutivodi larghe intese. Latineggia Daniela Santanche': "Tertium non datur: o nasce un governo politico tra Pd e Pdl, oppure si va ad elezioni". Cambia la lingua, ma il concetto e' sempre quello. Insomma, ben poco pare cambiato, se anche dal Pd Alessandra Moretti ribadisce: "Noi insistiamo per un esecutivo di tipo politico. L'elettorato si e' espresso per questo esecutivo e per un esecutivo di forte cambiamento. Abbiamo proposto Bersani per avviare una fase di riforme economiche e istituzionali, vediamo se poi, terminato il lavoro dei saggi, questa opzione tornere' a essere fattibile". Tutti i partiti guardano gia' oltre il lavoro delle due commissioni, facendo intendere di considerarle una tappa intermedia prima che inizi la partita vera, quella per il Quirinale, e poi eventualmente le elezioni. Al momento, gli unici a difendere apertamente le due commissioni sono quelli di Scelta Civica. Anche i grillini, dopo gli entusiasmi iniziali, tacciono. "Credo che sulle dimissioni temute di Napolitano sia intervenuto giustamente e in modo molto accorato Draghi, mi pare molto evidente. E mi pare evidente che Presidente della repubblica e governo fanno parte dello stesso pacchetto, dello stesso negoziato", rileva ancora Emma Bonino. E a Pasquale Cascella non resta che precisare: "Per la verita' e' stato Napolitano a chiamare Draghi (e altri) per approfondire la valutazione sulla situazione determinatasi". Ch siano questi "altri" non e' dato saperlo.

 

"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, riunira' domani mattina al Quirinale le personalita' invitate a far parte, in funzione dell'impegno gia' svolto o del ruolo attualmente ricoperto, dei due gruppi di lavoro di cui ha promosso la costituzione indicando - nell'incontro di sabato scorso con la stampa - le motivazioni e i compiti". E' quanto si legge in una nota del Quirinale. "Il gruppo di lavoro in materia economico-sociale ed europea si riunira' alle ore 11 - spiega la nota - quello sui temi istituzionali alle ore 12".

I LIMITI TEMPORALI - A quanto si apprende dalla Presidenza della Repubblica, le riunioni dei gruppi di lavoro al Quirinale offriranno  anche l'occasione per ogni ulteriore  chiarimento opportuno, di fronte a commenti nei quali ai piu' larghi apprezzamenti si sono accompagnati non solo legittimi dubbi e scetticismi ma anche timori e sospetti artificiosi e del tutto infondati. Risulteranno evidenti sia il carattere assolutamente informale e il fine puramente ricognitivo dell'iniziativa assunta dal Presidente della Repubblica sia i limiti temporali, d'altronde ovvi, dell'attivita' dei due gruppi...

QUANDO INIZIERANNO LE VOTAZIONI PER IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA? - Le votazioni del Parlamento in seduta comune e dei 58 delegati regionali per eleggere il nuovo Capo dello Stato cominceranno entro aprile? La Costituzione prevede che il prossimo 15 aprile, il Presidente della Camera Laura Boldrini convochi in seduta comune Parlamento e delegati regionali per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Nelle precedenti elezioni lo spazio di tempo intercorso tra la diramazione della convocazione e l'inizio della seduta comune e' stato generalmente compreso fra i dieci giorni (1964, 1971, 2006) e i quindici giorni (1985, 1992, 1999). Questo lasso di tempo serve soprattutto alle comunicazioni ai Consigli Regionali sugli adempimenti loro richiesti e l'elezione dei delegati regionali. Quest'anno le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia si terranno il 21 e 22 aprile. Non e' chiaro se i delegati regionali dovranno essere eletti dal vecchio o dal nuovo Consiglio regionale. Ogni regione (eccetto la Valle d'Aosta cui spetta un solo delegato) dovra' eleggere tre delegati, "in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze".

L'articolo 14 dello Statuto del Friuli enezia Giulia prevede che il Consiglio regionale sia eletto er 5 anni. Il quinquennio decorre dalla data delle elezioni, he nel 2008 si tennero il 13 e 14 aprile.  In Friuli nel 2013 si votera' il 21 e 22 aprile, ma lo tesso statuto regionale prevede che il nuovo Consiglio si iunisca entro i 20 giorni dalla proclamazione degli eletti su onvocazione del Presidente della Regione in carica.  In considerazione del fatto che passa sempre qualche giorno al voto alla proclamazione degli eletti, le elezioni in Friuli otrebbero far slittare l'inizio del voto per il Presidente ella Repubblica a maggio? a Costituzione (articolo 85) prevede la proroga dei poteri del residente della Repubblica in carica solo se le Camere sono sciolte o manca meno di tre mesi alla loro cessazione.

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