L'altra faccia del Recovery fund: "Non è tutto oro quello che luccica" - Affaritaliani.it

Politica

L'altra faccia del Recovery fund: "Non è tutto oro quello che luccica"

Di Alberto Maggi

Intervista di Affaritaliani.it a Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo e responsabile Esteri del partito

Giorgia Meloni sul Recovery Fund proposto da Ursula Von der Leyen è parsa più morbida del passato. Siete stati folgorati sulla via di Bruxelles?
Macché.. chi racconta di questa proposta del Recovery Fund come di uno ‘schiaffo ai sovranisti’, chi dice che non sappiamo cosa dire è in malafede. Basta riprendere tutte le nostre dichiarazioni e i nostri voti delle ultime settimane. Abbiamo votato per gli eurobond e abbiamo auspicato un fondo cospicuo, immediato e senza condizioni. C’è stato un passo nella giusta direzione, che si spiega con una tabella che racconta i numeri del piano di rientro.

Cioè?
Nessuno ne parla perché la tabella dice che dal 2027, quando si dovrà cominciare a coprire il debito europeo contratto con i bond, gli Stati membri dovranno aumentare il loro contributo al bilancio europeo dall’attuale 1,2% del Reddito Nazionale Lordo al 2%. Per l’Italia 96,3 miliardi da restituire in 30 anni. A meno che non si trovi un difficile accordo su nuove tasse europee, le cosiddette risorse proprie, per diminuire quell’esborso. Ma questa tabella dice anche che stati come l’Olanda, l’Austria ecc, quelli con minore debito, devono coprire con risorse maggiori in proporzione. Per questo si arrabbiano e per questo è un passo avanti per l’Italia che per la prima volta passa da essere contributore netto (cioè a versare più di quanto torna indietro) a percettore netto.

Eppure lei ha detto che non è tutto oro quello che luccica...
Gli italiani in questi giorni sono stati travolti da una falsa propaganda. Chi l’ha fatta se ne pentirà tra pochi mesi, quando gli italiani capiranno che questa idea che l’Europa finalmente solidale ci stia per ricoprire di miliardi gratis è semplicemente una menzogna.

Così la riconosco!
Ma no, noi siamo patrioti e siamo gente che approfondisce. Sono bastate poche ore per scoprire dalla voce dei protagonisti che gran parte dei dubbi che abbiamo sollevato erano centrati. L’entità delle risorse: 500 miliardi a fondo perduto sono pochi per rispondere allo shock, non a caso si era sempre parlato del triplo e poi del doppio. La procedura e la tempistica: quella dell’altro giorno è solo la proposta della Commissione, ora inizierà un negoziato lungo e difficile che si protrarrà fino a dopo l’estate con le procedure di ratifica parlamentare in ogni Paese. L’emissione dei nuovi bond europei inizierà nel 2021. Nel frattempo da qui alla fine dell’anno (forse a ottobre) vedremo soltanto un paio di miliardi. Il rischio è che, in mancanza di altra liquidità, il governo decida di ricorrere al MES con tutti i rischi del caso.

Ma poi finalmente questi soldi arriveranno?
I famosi 82 miliardi a fondo perduto cominceranno a 2021 inoltrato, concessi nei sette anni del prossimo bilancio Ue, e secondo due direttrici. Da un lato i programmi già decisi a livello europeo, come il famoso Green Deal per la transizione ecologica. E dall’altro attraverso il piano di riforme strutturali che andrà concordato con Bruxelles. Tra concordare e imporre il passo è brevissimo, ci siamo già passati. “Ce lo chiede l’Europa”.. ve lo ricordate? E hanno già chiarito che non saranno soldi in spesa corrente, che non potremo usarli per abbassare le tasse ma solo per nuovi investimenti, che se non gli va bene come facciamo i compitini poi non ci danno la rata successiva. Insomma, chi racconta che avremo soldi a pioggia per salvare le nostre imprese gioca sulla pelle degli italiani. E noi invece agli italiani vogliamo dire la verità!

Ma gli altri governi europei cosa stanno facendo?
Questo è un problema ulteriore. Dei 1950 miliardi di aiuti di stato autorizzati da Bruxelles più della metà li ha dati il governo tedesco alle sue aziende, noi siamo al 15%. Se va avanti così il mercato interno viene devastato e ci ritroveremo aziende tedesche (e non solo) sempre più forti pronte a fare man bassa di aziende italiane sempre più deboli.

Ma che cosa possiamo fare di diverso?
Serve un’iniziativa nazionale per avere liquidità subito e senza condizioni. Noi abbiamo proposto due strade: emettere i BOT patriottici non tassati e a lunga scadenza, chiedendo alla Bce di garantirlo. E attivare, come ha proposto Giorgia Meloni, i cosiddetti Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario Internazionale, cioè nuova liquidità che è già stata usata nella crisi del 2009 e senza ricorrere alla Trojka. Serve un lavoro diplomatico intenso ma potrà servire meno tempo di quanto dovremo attendere per i fondi europei.

E poi?
Se lo strumento europeo partirà serve subito un grande dibattito nazionale per decidere quali riforme portare avanti e come difendere da probabili ingerenze di Bruxelles le scelte sovrane che faranno il governo e il parlamento italiani. Conte per ora blatera di luoghi comuni. Noi possiamo dire la nostra perchè abbiamo un’idea di Italia che si oppone al declino. Poi dobbiamo lavorare per semplificare le procedure di accesso ai fondi: se vogliamo che queste misure diano beneficio alle nostre imprese non possiamo pretendere dai piccoli che si svenino per partecipare a complicatissimi bandi europei, va trovata una strada diversa. L’eccesso di intermediari burocratici (siano l’INPS o le banche) ha già fatto danni in queste settimane, ora basta.

La strada è lunga e in salita insomma...
Si, per questo fin dall’inizio abbiamo detto che avremmo dovuto pensare a cavarcela da soli. E molte cose si potevano fare disboscando burocrazia e la selva di controlli che opprime le nostre imprese. Non si è fatto. Se si va avanti così ci troveremo in una situazione drammatica: pochi grandi che sopravvivono e una platea sempre più ampia di sussidiati con logica clientelare. E in mezzo, quel tessuto di PMI, commercio, artigianato, agricoltura, servizi, professionisti.. abbandonati a loro stessi, chi si salva buon per lui, chi non ce la fa diventa sussidiato pure lui. Non so se sia addirittura un disegno, sicuramente è quello che rischia di accadere. Noi siamo in campo per impedirlo.