Politica
Pd, la guerra delle donne (e degli uomini) contro Elly Schlein
Cecilia Strada cerca casa, ma le compagne non si vogliono far fregare il posto da una esterna
Europee: guerra a Schlein
È Pasqua, ma il ramoscello d’Ulivo è ben lontano dal rissoso Pd che si sta scannando per le liste elettorali per le prossime Europee. Le donne del Partito democratico sono infatti sul piede di guerra perché la segretaria donna del Pd le sta fregando mettendo come capolista le candidate della cosiddetta “società civile”, che soffiano loro il posto.
Altro che amore puro e disinteressato per la nobile arte della politica, queste puntano agli sghei di Bruxelles mica chiacchiere.
La contestatissima Schlein, quella dell’armocromista a 300 dicasi 300 euro all’ora, la milionaria alla guida del partito degli Ultimi e dei Poveri, l’abitante degli attici dorati di Bologna e Roma, la Signora della Ztl, pensava di avercela fatta e di sfruttare le Europee per fare il colpaccio del consolidamento del suo Primato ma niente da fare.
Lungi dall’essere una occasione di riunificazione le Europee prossime venture sembrano essere invece l’occasione di una resa dei conti, altro che “prima donna alla guida del Pd”.
Ripercorriamo la storia.
“Magnifica Elly” si materializza al Nazzareno e trotterella garrula per i corridoi con il sorrisone delle grandi occasioni stampato sulla faccia: “mi presento coma capolista in tutte le cinque circoscrizioni per le Europee”.
Sviene il portinaio. Sviene la donna delle pulizie. Sviene Zingaretti che compra uova di Pasqua.
Le compagne si ingrugnano non poco: “se si mette ovunque noi come entriamo?”, questo il ragionamento goedeliano che fanno.
Il sogno bruxellese comincia a divenire nebbiolina inquietante, si allontana, si smaterializza. Addio ostriche e sciampagna!
Insomma il tocco magico di Elly –come al solito- sta facendo effetto al contrario.
E qui che Elly, come il Melandri di Amici miei Atto secondo, ha l’illuminazione.
“Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione” e così prova a mettere come copoliste cinque donne provenienti dalla società civile.
Neppure il tempo di dirlo che la notizia deflagra in tutto il partito che già aveva l’acquolina in bocca per uova e colomba.
Si segnalano moti naturali e manifestazioni di protesta nei centri storici rigorosamente ztl e arcobalenati per la Pace: “Ma questa che fa?”.
“Come? –noi ci facciamo il mazzo nel partito maschilista e questa, una donna, ci frega con le civiche?”, altro che sorellanza e femminismo.
E poi volteggia nell’aria Cecilia Strada, l’ex pasionaria di Emergency, rossa come un peperoncino andaluso, che ha puntato la preda: un bello e comodo scranno in Europa, altro che quelle faticacce in barca sociale.
E c’è pure l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio che deluso (eufemismo) dai Cinque Stelle cerca collocazione.
A questo punto scendono in campo pure i maschietti che non ci stanno a farsi soffiare il posto dal “papalino” ed eclesialissimo catto-comunista Tarquinio. L’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti scalpita e il posto lo vuole pure lui, che diamine! e così il Pd sta esplodendo in una pacifica giornata di Pasqua.