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Politica
Le donne della Lega si raccontano: "Portiamo in Europa il Made in Italy"

Il voto è sempre più vicino, mancano poche ore alla chiusura della campagna elettorale prima di andare alle urne domenica 26 maggio.
La lotta per le Europee è stata fatta a suon di slogan e di comizi e sono emersi volti politici nuovi, giovani e con le idee ben chiare. Proposte nuove portate avanti con determinazione e responsabilità questo accomuna Silvia Sardone e Isabella Tovaglieri, candidate al Parlamento Europeo per la Lega.

Le due giovani candidate hanno parlato ad Affaritaliani.it e ci hanno raccontato il loro disegno di Europa. 

Perché votare Lega alle Europee?

SARDONE: La Lega è l’unico partito che può davvero cambiare volto all’Unione Europea. Per troppo tempo, a causa della sinistra, siamo stati lo zerbino dell’Europa: ci hanno imposto austerità e tolto sovranità, chiudendo spesso un occhio su quanto facevano gli altri paesi. Ci hanno scambiato per il grande campo profughi del continente, facendo di fatto sbarcare chiunque sulle nostre coste come ha anche detto Emma Bonino a proposito degli accordi stretti da Renzi per avere più flessibilità. In molteplici casi abbiamo assistito a un rinnegamento delle nostre radici classiche e cristiane, oltre a una scarsa considerazione per la tutela del Made in Italy, costantemente penalizzato da tutti quei prodotti provenienti dai Paesi extra-Ue che non seguono le stesse regole di qualità della produzione, difesa dei lavoratori e dei consumatori. Ecco, per questi motivi il voto alla Lega è l’unico utile per tornare a contare nelle istituzioni europee.

TOVAGLIERI: Perché siamo l'unico partito che vuole davvero ribaltare i tavoli delle istituzioni europee e perché abbiamo dimostrato in questo anno di governo di mantenere le promesse che avevamo fatto agli elettori. Il nostro 17% alle politiche è stato messo a frutto nel migliore dei modi: abbiamo ottenuto lo stop agli sbarchi e al business dell'accoglienza, il decreto sicurezza, la legge sulla legittima difesa, l'avvio della Flat Tax, la Quota 100, solo per citare i principali provvedimenti su cui la Lega si è spesa in questi dodici mesi di contratto di governo. Concretezza, dunque.
Nel 2014 il PD di Renzi fu votato dal 40% degli italiani, primo partito in Europa, e spedì a Strasburgo una delegazione di 31 deputati. Cosa ha portato a casa per l'Italia, a parte una posizione ininfluente nella Commissione UE come quella dell'ex ministro Mogherini alto rappresentante per la politica estera? State pur certi che la Lega questi errori clamorosi non li commetterà. Noi andiamo a Bruxelles per cambiare l'Europa, dicendo basta alla politica dell'austerità ottusa e rivedendo i trattati, non per scaldare le poltrone dell'Europarlamento e per alimentare il carrozzone degli sprechi di Bruxelles.

Il tema principale che portereste sui tavoli europei?

SARDONE: Mi piacerebbe occuparmi soprattutto di tutela del Made in Italy, che nel mondo vale 100 miliardi di euro. Da quando sono sparite le barriere, ogni anno in Italia arriva un milione di tonnellate di latte straniero a prezzi bassissimi, che viene poi usato per fare formaggi spacciati per italiani. Lo stesso vale per l’olio, come ha denunciato la Coldiretti, secondo cui in due bottiglie su tre c’è olio d’oliva di origine straniera importato da Grecia, Turchia, Cipro, Tunisia. La Mogherini, qualche anno fa, aveva addirittura spinto per abolire i dazi sull’olio tunisino per aiutare la Tunisia a metabolizzare la primavera araba: roba da matti! Negli ultimi 10 anni i falsi prodotti Made in Italy sono aumentati del 70% e i cibi taroccati rubano all’Italia 300mila posti di lavoro: capisco che la cucina italiana sia invidiata in tutto il mondo, ma a tutto c’è un limite e vorrei difendere in prima persona le nostre eccellenze di cui vado orgogliosa.

TOVAGLIERI: Il sostegno alle piccole e medie imprese. Sono l'ossatura del nostro tessuto produttivo ma sono soprattutto quelle che maggiormente, in questi ultimi anni, hanno pagato pegno rispetto alle scelte e alle politiche di una Unione Europea che è parsa più attenta a porre rigidi vincoli che non a proteggere le nostre imprese rispetto alla concorrenza internazionale.  Nella nostra ottica di un'Europa diversa, visto che il nostro obiettivo come Lega è di cambiare radicalmente il modello di Unione burocratica e lontana dai cittadini e dalle imprese, le piccole imprese dovranno essere sempre più protagoniste delle misure e dei programmi di sostegno finanziati dall'Unione Europea. Dobbiamo proteggerle e rafforzarle, perché sono un patrimonio di valori e di know how che rischiamo di perdere per sempre. Da un lato, sono fondamentali la tutela del Made in Italy con l'indicazione d'origine e la tracciabilità obbligatoria in etichetta, per far sì che i consumatori sappiano quel che acquistano e per disincentivare i fenomeni di delocalizzazione produttiva, e il sostegno all'agricoltura, evitando gli scellerati tagli alla Politica Agricola Comune prospettati dall'attuale Commissione UE a trazione popolare-socialista. Dall'altro, i fondi europei possono sostenere le PMI su tanti fronti: la formazione e qualificazione del capitale umano, l'innovazione, la ricerca, la competitività, semplificando le procedure di accesso ai finanziamenti e incentivando i processi di crescita.

Perché scrivere Sardone e Tovaglieri?

SARDONE: Nella mia attività sono convinta di aver fatto un ottimo lavoro sul territorio, a contatto con cittadini, comitati e commercianti. Sono una giovane mamma che cerca di districarsi tra politica e famiglia, non è facile ma è molto gratificante. Mi sono battuta, e continuerò a farlo, soprattutto per la sicurezza, per la riqualificazione delle periferie, per la lotta al degrado e per evitare evidenti squilibri nel welfare a favore degli immigrati. Sono stata prima firmataria del progetto di legge regionale per introdurre le telecamere di sicurezza negli asili e sempre in Consiglio regionale ho presentato una mozione (poi approvata) per il censimento dei campi rom. Sono onorata della scelta di Matteo Salvini di puntare su di me per l’Europarlamento nelle liste della Lega: come sempre, ovviamente, saranno gli elettori a decidere, ma attorno a me sento fiducia.

TOVAGLIERI: Perché voglio portare a Bruxelles la mia esperienza di amministratore della mia città, Busto Arsizio, dove sono stata prima consigliere comunale, e ora vicesindaco e assessore all'urbanistica, ma anche un po' di sfrontatezza, propria di noi giovani, per cambiare radicalmente questa Europa. La infatti non è soltanto una candidatura individuale, ma è l'espressione di una comunità di militanti, la Lega Giovani, che rappresenta l'anima più pura e ribelle del movimento. Se verrò eletta, porterò con me, idealmente ma non solo, tutto il gruppo dei giovani della Lega, che mi stanno sostenendo tantissimo e che ringrazio per l'impegno e la dedizione che stanno mettendo in questa campagna elettorale. Ho 31 anni, sono "nativa" europea, perché avevo 4 anni quando è stato firmato il Trattato di Maastricht e 14 quando l'euro è diventata la moneta circolante: tocca innanzitutto alla mia generazione rimediare agli errori commessi in questi anni, che ci hanno consegnato un'Unione Europea dei burocrati e della finanza, mentre noi vogliamo ricostruire l'Europa dei popoli, delle nazioni e delle autonomie, orgogliosa della sua storia e della sua identità e rispettosa delle sovranità nazionali.

Quali sono le vostre proiezioni di voto?

SARDONE: Penso che la Lega sarà il primo partito a livello nazionale, migliorando nettamente il risultato delle Politiche del 2018. Prevedo anche l’ennesima sconfitta del Pd, dopo le politiche dello scorso anno e le successive regionali e amministrative. La gran parte degli italiani è soddisfatta delle politiche della Lega portate avanti in questo primo anno di governo e penso che questo peserà nelle urne.

TOVAGLIERI: Non lo dico per non essere sanzionata! Scherzi a parte, il sentiment mi sembra positivo. In questi due mesi ho girato tantissimo il territorio del mio maxi-collegio, tra piazze, mercati, imprese, associazioni di categoria, sezioni, e devo dire che ho incontrato tanto entusiasmo e tanta attenzione nei confronti delle proposte della Lega. Qualche opinionista nei giorni scorsi ha scritto "piazze piene, urne piene", per sfatare un vecchio mito della Prima Repubblica: io credo che la gente stia percependo la concretezza della nostra azione, il fatto che ci impegniamo davvero a realizzare i progetti che promettiamo ai cittadini, mentre in passato tanti leader hanno illuso ma non hanno messo in pratica quello che prospettavano in campagna elettorale.

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