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Letta al palio di Siena scalda la 'contrada' dei renziani. Ecco le condizioni
Matteo Renzi Enrico Letta
Lapresse

Siena si prepara ad una edizione del tutto nuova del Palio. Con in gara un cavallo d’eccezione e cioè Enrico Letta. Il segretario dem ha infatti deciso di candidarsi nel collegio toscano (di Siena e Arezzo, ndr) per le suppletive della Camera dei deputati. Una corsa che già accende le contrade. Una in particolare: quella dei renziani che proprio nel capoluogo senese sono numericamente forti. Il 6,8 per cento raggiunto da Italia viva alle scorse Regionali, infatti, fa sì che il partito di Matteo Renzi possa giocare un ruolo importante sull’esito di questa competizione.

Una sfida che per il numero uno del Nazareno va ben al di là dello scranno da parlamentare dal momento che Letta ha messo sul piatto la sua stessa permanenza alla guida del Pd: “Se perdo - ha detto nei giorni scorsi aprendo la sua campagna - ne trarrò le conseguenze”. Già Pier Carlo Padoan quando fu eletto in questo collegio la spuntò per pochi punti. Ma non è l’unico elemento di riflessione in casa dem. Al di là delle origini pisane del candidato, che pure hanno un peso visto l’eterno derby Pisa-Siena, c’è da ricordare anche che proprio piazza del Campo non è più un fortino inespugnabile del centrosinistra, visto che a governarla c’è un sindaco di centrodestra.

Se a questo si aggiunge che il M5s, sulla carta possibile sostenitore della candidatura Pd, alle ultime regionali si è fermato al 6,4 per cento dei consensi, il quadro si fa più fosco. In sostanza i pentastellati da soli non bastano. Per tentare di portare a casa il “Cencio”, come i senesi definiscono il trofeo del Palio, serve un accordo con Italia viva. Seppure col rischio, a quel punto, di perdere il sostegno dei Cinque stelle che non vogliono stare con i renziani.

La verità è che ancora sotto la Torre del Mangia di accordi all’orizzonte con Iv non c’è traccia. Al di là delle dichiarazioni pubbliche del leader di Rignano – “Enrico Letta sta parlando con il nostro coordinatore regionale Stefano Scaramelli e stanno valutando insieme un'alleanza. Ovviamente, a me farebbe piacere ma la decisione è nelle loro mani", ha detto stamani a Rainews24 - infatti, il suo partito non ci sta ad essere trattato come “una corrente del Pd”: “Non è che il Partito democratico sceglie i suoi candidati- scandisce con Affari una fonte ben informata – e può pensare che vada tutto bene madama la marchesa”.

Proprio da Italia viva fanno sapere che in caso di mancato accordo col Pd “abbiamo già un nostro candidato da schierare”. Bocche cucine sul nome, ma confermano ad Affari che “si tratta di una donna, il che dovrebbe piacere al Partito democratico. E tra l’altro molto rappresentativa sul territorio”. Un avviso al navigante in piena regola. Con tanto di stoccata a Letta che ha caratterizzato la sua segreteria nel segno della valorizzazione femminile.

Messa in questi termini la matassa parrebbe difficile da sbrogliare. In realtà, una soluzione potrebbe essere a portata di mano: “Ci sarebbe ancora libero il collegio di Primavalle per le suppletive, che tra l’altro è una sfida difficile - conclude la fonte -. Il Pd non può pensare di prendersi quello di Siena con il nostro appoggio, senza sostenere un nostro candidato appunto a Roma Primavalle”. Ed ecco che sarebbe servito l’accordo. Se Letta accettasse, naturalmente. In tal caso, in perfetta sintonia con la tradizione del Palio, la cui storia appunto è costellata sì di rivalità tra contrade, ma anche di tante alleanze.

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