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Politica
Letta, Meloni e il Cavallo di Troia psicologico per far cadere il Centrodestra

Elezioni politiche 2022, la strategia di Letta per far litigare Meloni, Salvini e Berlusconi

Tutti, o quasi, a dire che Letta le ha sbagliate tutte. E che continua a non azzeccarne una. Non si contano gli articoli che, quotidianamente, gettano aceto sulle ferite di quello che viene ritenuto il peggior segretario che abbia mai avuto il più grande partito di sinistra. Credo che Zingaretti sia un assiduo lettore de La Verità, per verificare che non abbia sognato di sentire e leggere che sia stato addirittura spodestato da capoclassifica dei peggiori, cosa che sembrava assolutamente impossibile.

Su La Verità non passa giorno che non si trovi un de profundis per l'immediato futuro di Enrico, il dilapidatore. Per giunta l'ex peggiore, Zingaretti, gettò la spugna in modo clamoroso e indecente "Non ne posso più d'esser tirato sempre per la giacchetta... per avere favori... ".  Ho detto, sin dall'inizio, clamoroso e indecente.  Ma un giovane deluso dalla "sua" sinistra, mi ha corretto proprio oggi, in termini sorprendenti: "Modo indecente, perché ha detto la verità? Bisognerebbe fargli un monumento in tutte le piazze d'Italia, magari levandone qualcuno a Garibaldi!"

Letta, che viene descritto "disperato", non mostra segni di cedimento. Anche lui sarà tirato per la giacchetta tutti i giorni e da mattina a sera, ma non ci pensa proprio a mollare tutto, tornando in Francia a insegnare come si fa politica ad alto livello... per perdere. Ha sbagliato con Conte? Ha risbagliato con Calenda? Lui, perdendo sempre più consensi a sentire i sondaggi, continua a spiegare come stanno le cose col famoso Rosatellum, tra sistema maggioritario e proporzionale, voluto dal PD e che il "mago" Calderoli salutò come responsabile della futura fine del PD!                                                                                 

Letta, il Rosatellum e il Pd. Storia di un suicidio perfetto

Ha sbagliato, e alla grande, nel presentare Casini addirittura a Bologna, con la speranza che i bolognesi giovani non sappiano chi sia, che molti dei vecchi penseranno che sia un parente di quel parruccone di democristiano, Comunione e Liberazione, che ricordano e che chi lo riconoscerà, voterà di corsa per Rizzo? Lui, Letta, "sta sereno", pensando che Pierfy, con un'altra verniciatina di rosso, possa attenuare il suo profumo di biancofiore, potendo sperare, per aspetto fisico e signorilità di modi, d'ostacolare un'eventuale corsa al Quirinale del sempre più pericoloso Draghi. La rozza e infelice uscita "qualunque governo andrà bene", dimostra infatti, volendo guadagnare un po' di simpatie tra i meloniani, che la sua "fissa" sia restata quella del Quirinale. Gli brucia ancora che, quando fu costretto a fare buon viso a beffarda sorte, si beccò di certo del pivellino abboccone, anche in casa, dalla consorte.

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