Politica
M5s, i falchi vogliono la rottura totale. "Aperture da Draghi non ne vediamo"



Giuseppe Conte è al bivio, oggi la decisione sul voto al Dl Aiuti. Il premier nel suo discorso non ha mai citato il Superbonus, un segnale lanciato dal governo
M5s, Conte rischia molto, soprattutto al Senato. Il silenzio strategico
Il futuro del governo si decide in queste ore. Conte riunisce il consiglio nazionale del M5s per dare una risposta definitiva: dentro o fuori. "Non ha detto una parola nemmeno a noi", giurano dal suo staff. In verità, quello dell’ex premier è un silenzio strategico. Ma soprattutto politico. Perché, - si legge sul Corriere della Sera - a parte quella lieve vena d’ottimismo non dichiarata ascoltando le parole del capo del governo chiuso nel suo ufficio d’avvocato, Giuseppe Conte ha una missione obbligata: tenere unito il Movimento, per evitare che gli si finisca di sbriciolare in mano dopo la scissione dei 61 parlamentari passati con Di Maio. Come sempre è una questione di numeri, e la spinta dei falchi (non pochi, soprattutto al Senato) per uscire rimane forte: «Ora come ora siamo fuori», si fa sfuggire una fonte vicina all’ex premier. "Aperture di Draghi? Non ne vediamo", continua a ripetere uno degli irriducibili.
Il premier - prosegue il Corriere - è stato chiaro: se il M5S molla non ci saranno altri governi Draghi. Il grillino Carlo Sibilia, sottosegretario all’Interno, commenta la conferenza stampa del premier: "Draghi annuncia un provvedimento sul salario minimo. L’azione politica del M5S è seria ed efficace. Così si aiutano milioni di lavoratori che hanno paghe "da fame". Altro che Papeete bis". Di taglio diverso (e di più complessa interpretazione) la reazione del ministro Stefano Patuanelli: "Dobbiamo stare vicino alle famiglie, alle imprese", dice il fedelissimo di Conte e classificato tra i falchi, parlando di «teatrino» a proposito di ciò che sta succedendo nei palazzi della politica: "Stiamo assistendo a una sorta di foga comunicativa su ciò che succede al Senato, mi interessa molto di più il dibattito sul salario minimo, su come si affrontano i problemi delle famiglie e imprese".
