M5S, Letta teme "regali alle destre". Pd, riparte il dibattito sulle alleanze
Pd, tensione tra i fedelissimi del segretario e Base Riformista
Enrico Letta guarda a quanto accade in casa M5s con rispetto e preoccupazione. Non si nasconde, il leader dem, che una implosione del movimento potrebbe portare a conseguenze imprevedibili sulla maggioranza. Il segretario Pd spera che "si eviti soprattutto una frammentazione e una deflagrazione che sarebbero semplicemente un regalo alle destre", ma non crede ci siano rischi concreti per l'esecutivo: "Non vedo problemi per il governo, per un motivo molto semplice: nella situazione in cui siamo, tra la campagna vaccinale, il timore delle varianti e il Pnrr da mettere subito in cantiere, mettere a rischio la vita del governo mi pare fuori da qualunque logica". Dello stesso avviso e' il senatore di Base Riformista, Andrea Marcucci, per il quale "Luigi Di Maio non favorira' l'uscita dal governo". E Anna Rossomando, senatrice e responsabile Giustizia nella segreteria dem conferma: "Ovviamente guardiamo con attenzione al dibattito interno al M5s, ma non vedo pericoli per il governo in questo momento". Nel Partito Democratico, tuttavia, ci si torna a dividere fra chi sostiene la linea di dialogo e alleanza con il Movimento 5 Stelle e chi, al contrario, vede nell'implosione del progetto di Grillo e Casaleggio una opportunita'.
A questo ultimo partito si iscrive Enrico Borghi, deputato di Base Riformista e responsabile Sicurezza della segreteria dem. La prima cosa da fare, scrive Borghi su Facebook, e' archiviare l'idea che possa essere Conte il "punto di riferimento fortissimo" del campo di centrosinistra. Un riferimento alla definizione utilizzata da Nicola Zingaretti al tempo in cui Conte sedeva ancora stabilmente a Palazzo Chigi e il Pd tentava di gettare le basi per una alleanza di centrosinistra. Insomma, Borghi invita a "non indossare il lutto", ma anzi a "cogliere la grande opportunita'" di fare del Pd "l'interlocutore naturale e automatico della costruzione di una coalizione di centrosinistra nella quale il profilo riformista sia netto, la leadership dell' alleanza sia saldamente guidata dai Democratici, e la capacita' espansiva sia garantita dalla volonta' non di segmentare l'elettorato per classi".
A Borghi replica indirettamente un altro esponente di peso della segreteria dem come Stefano Vaccari. "Spiace leggere dichiarazioni social di autorevoli esponenti del Pd che si affrettano a dire con il senno di poi che loro avevano gia' previsto tutto cio' che sta accadendo in casa M5S", spiega Vaccari che ricorda come furono proprio alcuni esponenti di Base Riformista a lavorare piu' convintamente di altri per far nascere il Conte II. "E' senza dubbio di fondamentale importanza per noi esprimere un forte profilo riformista e una chiara identita' di sinistra. Attraverso le Agora', dal basso, dobbiamo aprire il partito, renderlo piu' popolare e di prossimita', e ridare slancio all'intero centrosinistra. Dobbiamo pero' sapere che accanto a questo occorre che ci sia un'alleanza anche con forze diverse che oggi si collocano nel campo progressista e che e' indispensabile per contrastare la destra sovranista". Dunque, per l'esponente dem, "dobbiamo augurarci che i 5 stelle risolvano i loro problemi e rimetterci al lavoro per costruire insieme una proposta di governo, e poi all'interno dell'alleanza avere una competizione virtuosa".
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