Politica
Manovra, altissima tensione per lo scontro Lega-Forza Italia sulle tasse alle banche. Governo in alto mare, accordo lontanissimo
Stavolta per Meloni sarà difficilissimo trovare la quadra

Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Inconciliabili le posizioni di Lega e Forza Italia
Al momento le posizioni sono inconciliabili e non si capisce davvero come questa volta la presidente del Consiglio, molto abile in politica estera, possa trovare una sintesi. Lo scontro Lega-Forza Italia sull'eventuale tassa sugli extraprofitti delle banche ha portato la tensione alle stelle nel governo.
A scatenare il tutto è stata una nota del presidente della Commissione Finanze del Senato Massimo Garavaglia, firmata anche dal collega capogruppo Stefano Borghesi, molto dura e chiara: "Tra le risorse previste dalla prossima legge di bilancio, come fortemente voluto dalla Lega, saranno presenti anche miliardi di contributi da parte delle banche.
Una strada tracciata da Matteo Salvini e seguita, giustamente, anche dal Governo nella stesura della manovra. Le risorse garantite dagli istituti, in parte derivate anche dai loro extraprofitti, saranno fondamentali per contribuire, ad esempio, al sostegno della sanità italiana. Grazie alla linea della Lega, vince il buonsenso". Garavaglia non un leghista che "spara" ma che pondera bene le parole e soprattutto è vicinissimo al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
Ma a stretto giro è arrivata la replica altrettanto durissima di Forza Italia. Prima con una nota del partito: "Forza Italia non voterà, né in Cdm né in Parlamento, alcuna tassa sugli extraprofitti. Giusto prevedere un accordo fra il governo e le banche per contribuire a finanziare il sistema sanitario, le imprese, gli aumenti dei salari e il taglio dell'Irpef. Siamo contro ogni imposizione autoritaria che spaventi i mercati, gli investitori italiani e stranieri creando un grave danno economico all'Italia".
E poi con le parole del segretario Tajani da Napoli: "Giorgetti mi ha assicurato durante l'ultima riunione del Consiglio dei ministri che non ci sarà alcuna tassa sugli extraprofitti, che è un concetto un po' da Unione Sovietica. Io non credo che si debba intervenire con misure impositive, si deve invece avere un colloquio serrato. Sono in corso colloqui con il mondo bancario, il mondo assicurativo, perché possano dare un contributo alla manovra, cosa che è giusta. Ma un conto è fare una scelta condivisa, un conto è mettere una tassa che rischia di spaventare".
Contattato da Affaritaliani, Garavaglia non ha voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni, dopo le parole di Tajani, limitandosi ad affermare "vale la mia nota di oggi". Fonti ai massimi livelli del Carroccio affermano che se dalla manovra si tolgono i 4,5 miliardi di euro previsti in arrivo da banche e assicurazioni "non resta nulla" per il taglio delle tasse e per la rottamazione.
Ma gli azzurri, come Affaritaliani è in grado di rivelare, hanno una stretta e quotidiana interlocuzione con l'Abi e direttamente con il suo presidente Antonio Patuelli, e sono assolutamente chiusi a qualsiasi tassazione in manovra. Le malelingue parlano di interessi della famiglia Berlusconi, cioè i figli di Silvio, Marina e Pier Silvio, che hanno una quota importante in Banca Mediolanum e non vogliono assolutamente nessuna nuova imposta. Fatto sta che fonti ai massimi livelli di Forza Italia assicurano che "non voteremo mai una manovra con dentro la tassa sugli extraprofitti delle banche". E dentro Forza Italia c'è chi parla di una soluzione al momento imprevedibile, può accadere di tutto.
Meloni cercherà fino alla fine un compromesso. Ma Garavaglia vuol dire Giorgetti quando parla e Tajani lo ha detto chiaramente, "non la voteremo". Stavolta sarà davvero dura per la premier trovare la quadra. E una fonte di Fratelli d'Italia afferma ad Affaritaliani: "Se Forza Italia fa la crisi di governo sul no alle tasse alle banche scende all'1%". Staremo a vedere nelle prossime ore ma la tensione è altissima nel governo.
Manovra: verso nuovo vertice stasera a Palazzo Chigi
Un nuovo vertice tra i leader di maggioranza, per sciogliere gli ultimi nodi sulla Manovra, prima del Consiglio dei ministri di domani, potrebbe tenersi, a quanto si apprende, nel tardo pomeriggio o nella serata di oggi a Palazzo Chigi.
In questo summit, prima del Cdm decisivo di domani previsto alle ore 11 per varare la manovra, la premier cercherà in tutti i modi di trovare un difficile compromesso che potrebbe arrivare in zona Cesarini per evitare terremoti politici.