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Politica
Manovra: Coldiretti, dal biogas a km 0 al bonus verde, le novità nei campi

“Dagli incentivi per impianti di biogas realizzati dagli agricoltori, alla proroga del bonus verde per i giardini. Dalla valorizzazione della vendita diretta dei prodotti agricoli fino all’equiparazione sul piano del trattamento fiscale tra familiari che coadiuvano il coltivatore diretto e titolari dell'impresa coltivatrice diretta, abbiamo ottenuto importanti risultati per le campagne italiane”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare alcuni dei contenuti della manovra per l’agricoltura fortemente sostenuti dall’organizzazione, anche grazie alla proficua collaborazione con i gruppi parlamentari del Senato della Lega, del Movimento 5 stelle e di Forza Italia. “Sono stati infatti estesi -sottolinea la Coldiretti- gli incentivi per la produzione di energia elettrica agli impianti alimentati a biogas di potenza fino a 300 kW con il requisito che siano realizzati da imprenditori agricoli e che vengano alimentati per l’80% da reflui o comunque scarti che derivano dalle aziende agricole e per il 20% da colture di secondo raccolto. Sarà riconosciuto anche un bonus per la rimozione e il recupero degli alberi caduti in occasione delle calamità atmosferiche dello scorso autunno. Lo stanziamento per il “voucher” è di 3 milioni per il 2019 ed è finalizzato a coprire il 50% delle spese sostenute”. Secondo Coldiretti, vene valorizzato il rapporto diretto tra imprenditori agricoli e consumatori prevedendo che gli imprenditori agricoli potranno vendere al dettaglio, oltre che in misura prevalente i prodotti di produzione aziendale, soltanto prodotti agricoli e alimentari acquistati direttamente da altri imprenditori agricoli, garantendo così i consumatori circa l'origine dei prodotti acquistati.

Da segnalare -precisa Coldiretti- è anche la proroga del cosiddetto “bonus verde” che prevede la detrazione del 19% per le spese di investimento in verde, dalla realizzazione di giardini e impianti di irrigazioni alla sistemazione delle aree scoperte degli edifici privati. 

 

Oltre a ciò, continua Coldiretti, è stata ottenuta la riduzione dell’accisa sulla birra da 3 euro a 2,99 euro per ettolitro e grado-plato, e la previsione per i birrifici artigianali di minore dimensione (produzione annua non superiore a 10.000 ettolitri) di poter considerare accertato il prodotto finito a conclusione e non a monte delle operazioni, nonché riduzione del 40 per cento dell’aliquota dell'accisa ordinaria. Un settore in crescita quello delle birre artigianali che oltre a contribuire all’economia, assicura -precisa l’organismo- anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 spesso grazie ad un legame diretto con l'attività agricola di produzione dei cereali utilizzati nella preparazione della birra.

 

Altro importante risultato per Coldiretti è la proroga al 1° gennaio del 2020 dell’entrata in vigore del sistema Uniemens, il nuovo sistema di gestione delle deleghe per le aziende agricole con dipendenti che adottano il Dmag che prevede l’invio mensile delle denunce retributive e contributive degli operai agricoli che invece con il Dmag è trimestrale.

 

“Ci sono tuttavia preoccupazioni per la mancata previsione di interventi indispensabili per il sostegno alla competitività delle imprese, all’occupazione e all’ambiente -continua Prandini- nel denunciare l’assenza nella legge di stabilità delle misure necessarie a garantire adeguate risorse al Fondo di Solidarietà Nazionale per far fronte alle pesanti calamità che hanno colpito importanti regioni del Paese a partire dalla Puglia con un drammatico calo della produzione di olio”. Come si registra negativamente, continua Prandini, “la mancata defiscalizzazione dell’Iva in manovra per tutto il comparto zootecnico nelle aree montane al fine di favorire il presidio del territorio e prevenire il dissesto idrogeologico dopo gli ultimi eventi calamitosi”. Per Coldiretti la manovra non prevede nemmeno la proroga degli sgravi contributivi per i nuovi imprenditori agricoli under 40, mettendo a rischio il ricambio generazionale. “Una carenza grave che va al più presto superata in un momento in cui l’agricoltura può offrire grandi opportunità per l’occupazione e la crescita economica del Paese”.

 

 

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