Politica
Semplicemente Marco
Pannella sta male da tempo; da poco ha festeggiato 86 anni ma le sue condizioni di salute sono assai critiche, come noto.
Pannella è stato un esempio di lotta per i diritti civili e le libertà che tutti gli riconoscono, anche coloro i quali lo hanno veementemente contestato e contrastato per le sue posizioni libertarie ancor prima che liberiste e liberali.
Pannella e la Chiesa è la storia di un rapporto complesso, quasi edipico, che nasce da un suo nonno, Padre Giacinto (che gli diede quel buffo nome che lui mutò poi in Marco); un rapporto fatto di risonanza sul messaggio evangelico, ed in questo ricorda il Pierpaolo Pasolini del film "Il Vangelo Secondo Matteo", pur da una prospettiva, come fu quella del poeta friuliano, completamente e direi solidamente laica.
Pannella il distruttore; Pannella il costruttore; Pannella il mantenitore. Pannella , dunque come la triade induista di Brahma, Shiva e Vishnu.
Il Pannella, dell'ahimsa, della non - violenza, di Gandhi ( e quindi ancora l'induismo), dei digiuni, del borghese anti - borghese, dell'intellettuale inorganico alla sinistra che chiama ancora i militanti del Partito Radicale con l'epiteto sovietico di "compagni" ma che poi apre a Berlusconi, al liberismo.Pannella che vuole legalizzare la droga per toglierla, come ai tempi assurdi del proibizionismo americano, alle narcomafie e viene accusato dai borghesi che magari quella stessa droga la utilizzano di nascosto.
Il Pannella "Signor Hood" di Francesco De Gregori.
Pannella che indica come esmepio Rosa Parks che rifiutandosi nel 1955 di cedere un posto in bus ad un bianco a Montgomery, in Alabama, inizia la battaglia per i diritti civili degli afroamericani che con Obama avranno il primo Presidente Usa di colore.
Pannella che candida, scandalo nello scandalo, Ilona Staller, pornodiva in arte cicciolina e la fa eleggere al Parlamento.
Pannella senza incarichi istituzionali ma con l'eccezione meravigliosamente narcisistica del Presidente del Municipio di Ostia e poi il Pannella mangiapreti fautore dell'aborto che dialoga con la Chiesa e, soprattutto, con questo Papa.
Anzi.Non è che Pannella cerca il Papa ma è Papa Francesco che cerca Pannella.Francesco, appunto, che lo chiama come un vecchio amico e gli dice al telefono: "Ciao Marco.Sono il "rivoluzionario"" e poi giù a parlare chissà di cosa come due vecchi amiconi pur divisi dai fondamentali della dottrina.
Dunque Pannella o "della contraddizione" ma creativa, dinamica, marcata dal segno di una media più temporale che spaziale, una logica strana, che a prima vista appare illogica ma che osservata a grana fine rivela una sua eccezionale compattezza deduttiva.
Conobbi Pannella nei tardi anni '80 e feci (e faccio) alcune battaglie con i Radicali (prendendone anche la doppia tessera, come del resto molti) su cose che ritenevo giuste.
Pannella, che alle manifestazioni in quella Roma particolare che è la Roma del centro, fatta di odori antichi e di visioni estatiche, tra i caffè e le trattorie rustiche, ci diceva "mettiamoci in fila indiana che sembriamo di più!".
I Radicali sono una grande famiglia allargata a tutti.Ci si può perdere di vista, seguire, come è successo per molti di noi, strade diverse, su barricate a volte anche ideologiche opposte, ma alla fine è bello ritrovare un'unità di ideali in un "superpartito" che riunisce, magicamente, tutti.
I Radicali sono un ordine monastico - religioso; ci sono i combattenti fissi in prima linea e i "dormienti", magari coloro che hanno fatto una sola volta una battaglia con loro ma che ormai sono come i preti "sacerdos in aeternum".Radicale una volta radicale per sempre.
E' il merito di tutto questo è stato di Marco Giacinto Pannella, delle sue cento sigarette al giorno, delle sue lattine di Coca - Cola sul tavolaccio unto di via della Panetteria, a due passi dalla Fontana di Trevi, del suo amore per una lingua dotta, quella francese in un mondo che parla solo il banalizzato inglese.
Come non ricordare con nostalgia i pomeriggi fermi nel traffico con il conforto dei suoi battibecchi d'amore a Radio Radicale con Massimo Bordin in cui Marco con quello stupendo accento finto romano che ha chi è nato altrove ironizzava sul mondo e su se stesso.
Pannella intellettuale, inviato del Corriere della Sera a Parigi, ha caratterizzato un'epoca non solo politica ma anche culturale di un Paese che ora è ridotto ai minimi termini.
Per questo l'Italia e l'Europa ringraziano Marco per tutto quello che ha fatto.