Mattarella sconcertato dai partiti . Il veto sui rivali può far saltare Draghi
Mario Draghi è sempre più vicino a formare un nuovo governo. Le consultazioni proseguono ma i numeri sembrano già essere certi. Questo rispetto al primo giro di colloqui con i singoli partiti, ma nel frattempo sta anche salendo - si legge sul Corriere della Sera - l'irritazione del Quirinale, Mattarella infatti non sta affatto gradendo la gara in atto per escludere i rivali. Vedere i partiti quasi unanimemente (tranne FdI, di Giorgia Meloni) concordi sul sostegno al premier incaricato, ma fra loro contrapposti e ansiosi di tagliare fuori dal perimetro della maggioranza qualche vecchio «nemico», è un esito che sconcerta Sergio Mattarella. Perché aveva chiesto «a tutti» un impegno diverso: dare la fiducia a «un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica». E se non si spezza la catena degli interdetti e si minaccia magari di offrire a Draghi solo un appoggio esterno, si rischia di insidiare alla radice il suo tentativo.
Il capo dello Stato - prosegue il Corriere - si sente continuamente al telefono con Draghi, per consigli che toccano i temi della squadra e della formula di governo. Chiarito che non avrà la natura di un esecutivo di coalizione, al momento sembra probabile che l’ex presidente della Bce opti per un mix tra tecnico e politico, su modello e con lo spirito) di quello che mise in piedi Carlo Azeglio Ciampi nel 1993. E, mentre imperversa un totoministri irritante per il Colle, non è escluso che, per garantire una continuità in alcuni dicasteri chiave nella pandemia (come quello della Salute) ci sia qualche conferma del gabinetto Conte 2. Alla fine, come gli ha raccomandato Mattarella e come Draghi ha ripetuto ai suoi interlocutori, l’importante è "risolvere tutti insieme i problemi che abbiamo davanti".
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