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Politica
Nel Pd smentiscono, ma la voce è insistente: Zingaretti vicepremier
(fonte Lapresse)

Sarà l’effetto galvanizzante delle Regionali, sarà la moral suasion esercitata da qualche stratega dem, sta di fatto che il segretario del Pd Nicola Zingaretti sarebbe sempre più in pressing sul premier Giuseppe Conte per ritagliarsi un posto al sole nel governo. E non un posto qualsiasi, ma quello di vicepremier. Tornano a rincorrersi con forza, infatti, le voci di un lavoro ai fianchi serrato del numero uno del Nazareno. “Una partita che il segretario - racconta una fonte parlamentare vicina al dossier rimpasto - starebbe giocando in solitaria”.  “Un po’ come - sottolinea un altro insider - è già avvenuto con la ricerca di una sponda di palazzo Chigi per realizzare il progetto, poi fallito, delle alleanze con il M5s”. In casa dem, però, sono in diversi a smentire questa ipotesi. “Zingaretti vicepremier? Casomai poteva essere un'potesi plausibile prima delle Regionali, come exit strategy in caso di disfatta – argomenta una fonte parlamentare -. In ogni caso, , non ci vedrei comunque nulla di male”. “Più che Zingaretti, a pressare sono Graziano Delrio e Andrea Orlando - rilancia un parlamentare che vuole rimanere anonimo -. Entrambi continuano a dire che rivedere la squadra di governo è una necessità”. Tuttavia, tra i democratici c’è anche chi non esclude che “possa esserci anche Goffredo Bettini a spingere per un maggiore protagonismo di Zingaretti”. Tesi respinta da un’altra fonte ben informata: “Non c’è nessun lavoro ai fianchi pro domo sua del segretario. Zingaretti sa bene che azzardo sarebbe”. In che senso? “Per ricoprire un incarico di governo, per prima cosa dovrebbe dimettersi dalla presidenza della Regione Lazio. Sarebbe una mossa conveniente? Dopo l’esito positivo delle Regionali, tra l’altro, gli gioverebbe un incarico a termine? Non credo. Il vero pressing casomai è un altro ed è targato Orlando-Delrio”. Lo schema, come hanno spiegato ad Affaritaliani, però non sarebbe quello di occupare due caselle da ministro: “Orlando, se si aprisse il capitolo rimpasto, punterebbe piuttosto al ruolo di Delrio e, quindi, di capogruppo Pd alla Camera. Niente Mit, invece, per l’ex ministro delle Infrastrutture. Per lui si aprirebbero le porte del ministero per i Rapporti del Parlamento. Con buona pace del ministro D’Incà”. 

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