Palazzi & potere
A proposito di Ustica (e di morti sospette)
A 36 anni dalla strage di Ustica, un documentario trasmesso dall’emittente televisiva francese Canal Plus torna a raccontare quella che da tempo sembra essere una verità acquisita: la notte del 27 giugno del 1980, nei cieli del Mediterraneo avvenne un conflitto tra aerei francesi e libici che provocarono la caduta del Dc9 Avitavia con 81 persone a bordo. Nel documentario, elaborato dal giornalista Emanuelle Ostian, si confermano le reticenze che il governo francese ha sempre avuto nei confronti di questa sciagura: anche l’allora ministro della Difesa italiano Salvo Andò, anni dopo riferì dell’atteggiamento silenzioso ed evasivo del presidente della Repubblica d’oltralpe Francoise Mitterrand di fronte alla sua richiesta di fornire elementi utili per le indagini. Lo stesso atteggiamento di Giscard D’Estaing, che ha rifiutato di farsi intervistare. Quella sera quattro paesi – Libia, Francia, Usa e Italia – ebbero un ruolo nella tragedia: l’intelligence italiana avvertì la Libia di non far transitare nei cieli del Mediterraneo l’aereo con a bordo il leader libico Gheddafi che doveva recarsi in Polonia, perché la Francia, che lo considerava il suo nemico numero uno, era intenzionata ad abbattere il velivolo. Con l’intento di verificare la notizia, la Libia fece dunque alzare in volo due Mig, che probabilmente si posizionarono sotto la pancia del Dc9 civile. Resta da appurare se un missile sparato dalla portaerei francese Foch per colpire i Mig, oppure una collisione che spezza l’ala del Dc9, provocarono la caduta e l’inabissamento dell’aereo. A quel punto entrerebbero in scena gli Usa con la loro portaerei Saratoga, forse per coprire l’azione francese e farla apparire come un’operazione della Nato. Da quel momento inizia l’opera di sabotaggio e depistaggio dell’inchiesta. Il Tribunale civile di Palermo ha confermato il risarcimento per 100 milioni di euro ai parenti delle vittime, a conferma della tesi dell’azione di guerra nello spazio aereo italiano. Manca a questo punto la verità politica, che il governo italiano con più determinazione deve chiedere a quello francese: lo deve fare in nome di quelle 81 persone scomparse in quel mare e per i loro familiari. Lo si deve a quelle dodici morti “anomale” di persone collegate alla vicenda di Ustica, tra piloti e controllori di volo, che quella notte videro qualcosa di drammatico e che, in almeno due casi, furono considerate morti sospette: forse qualcuno di loro cominciava ad “aprirsi”.
Carlo Cotticelli